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Non attivò il Tso, una 20enne si suicidò: psichiatra (di nuovo) a processo
Psichiatria

Non attivò il Tso, una 20enne si suicidò: psichiatra (di nuovo) a processo

Il 2 aprile 2016 una 20enne con problemi di anoressia e depressione si suicidò gettandosi dal balcone. Ne nacque un processo a carico di due psichiatri, medici a Garbagnate e Bollate, che avevano visitato la giovane prima del suo tragico gesto. Condannati in primo grado, in Appello furono assolti. Ora per uno dei due professionisti la Procura di Milano chiede un processo bis.

Il suicidio della giovane e l'iter processuale

Prima del suicidio, la ragazza aveva tentato già due volte di togliersi la vita, venendo salvata da familiari e forze dell'ordine. In Appello i giudici avevano valutato come corretto l'approccio terapeutico dei due psichiatri, "di tipo farmacologico e non restrittivo". Ma per la Procura di Milano tale ragionamento finisce per "mostrarsi irrispettoso dei principi governanti la materia della responsabilita' del medico psichiatra per morte del proprio paziente suicidatosi". Lo psichiatra, si legge, ha "obbligo di controllo e protezione del paziente" diretto "a prevenire il pericolo di commissione di atti lesivi". Ci sarà dunque un Appello bis.

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