Milano
Non solo San Siro: anche San Vittore nei programmi della politica cittadina
Nel carcere milanese l'altra sera è stato il caos. Ma il tema non sembra interessare la politica cittadina. Ma cosa altro deve succedere? L'intervista

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Non solo San Siro: anche San Vittore nei programmi della politica cittadina
Entriamo in un periodo caldo, di discussione e di dibattito sulla città. Si parla di "fascisti" o di "maranza" per le strade. Ci sono botta e risposta tra governo e comune, tra governo e regione. Polemiche sull'assenza dalla Prima della Scala, polemiche su qualunque cosa. Io penso che la polemica sia il sale della politica, purché sia uno scontro di idee. E' l'assenza del dibattito che uccide la città (tipo l'ultima campagna elettorale per le comunali), non la presenza di un confronto anche virulento. Ed è proprio perché nessuno dibatte di un argomento che riguarda la civiltà di questa città che io mi scandalizzo quando penso a San Vittore.
L'altra sera nel terzo raggio e nella cosìddetta "nave" con i detenuti tossicodipendenti un blocco elettrico ha lasciato tutti al buio. Poi, nella notte, un altro incendio. Alla fine 250 detenuti sono stati portati a Bollate, dove dovrebbero essere 1300, ma sono già in 1500. E ora altri 250. Una barbarie.
Eppure chi legge, o chi mi ascolta, penserà che quelli che stanno là dentro non si meritano niente. Perché hanno rubato, rapinato, stuprato, ucciso. Quindi: che cosa vogliono? Il quattro stelle superior? Primo dato: non è vero. Moltissimi sono in carcere in attesa di giudizio, quindi sono ancora degli innocenti. Secondo dato: l'aver sbagliato non vuol dire che si debba essere torturati, trattati da bestie. Terzo dato: la nostra legge, quella che regola i nostri rapporti e ci definisce come civiltà, dice chiaramente che il carcere è per il recupero. Non solo per la punizione. E che recupero ci può mai essere per gente che vive in luoghi insalubri, sovraffollati, al di sotto del limite della decenza? E chi ancora deve denunciare queste cose, dopo che l'hanno fatto il Papa, il Presidente della Repubblica, più o meno tutti quelli che - anche da innocenti - si sono fatti un giro nelle patrie galere?
San Vittore, l'ultima proposta concreta: costruire un nuovo carcere fuori Milano
Dopo rivolte, trasferimenti nella notte, pestaggi, detenuti e secondini uniti nel triste vivere in gironi infernali, che cosa deve succedere ancora? Un tempo, con Letizia Moratti, si era ipotizzato di costruire un carcere nuovo fuori città, più moderno e più capiente. Non se ne è fatto nulla. E da allora si susseguono solo le dichiarazioni di principio. Sarebbe anche ora di finirla perché i "moniti" li fanno appunto il Papa e Mattarella: gli altri dovrebbero lavorare per risolvere i problemi.
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