Milano

Olimpiadi, il giudice non chiude il caso. E ora sono guai

di Fabio Massa

Il giudice mantiene il sequestro, ma la natura giuridica della Fondazione Milano Cortina resta incerta, complicando l'organizzazione delle Olimpiadi invernali 2026

Olimpiadi, il giudice non chiude il caso. E ora sono guai

Grande malessere nella Fondazione Milano Cortina. Per tutta la serata di ieri si sono inseguite le informazioni relative alla sentenza del Tribunale del Riesame, interpellato dall’indagato Massimiliano Zuco, e dal suo avvocato Marco Sangalli del Foro di Lecco (che ha mantenuto inspiegabilmente il più stretto riserbo, neanche fosse atto coperto da segreto...). Il punto della questione non era tanto capire se avrebbero dissequestrato il telefonino di Zuco, quanto capire la natura giuridica della Fondazione. Pubblica, e dunque mantenendo il reato di corruzione così come vorrebbe la procura. O privata, e dunque passando a corruzione tra privati, così come vorrebbero sia la Fondazione (per motivi pratici legati all’organizzazione delle Olimpiadi) e gli indagati (perché il reato è meno grave). Non è una questione squisitamente giuridica, da avvocati. E’ una questione sostanziale. Se infatti la Fondazione fosse privata, potrebbe andare avanti in modo più celere. Se fosse pubblica, dovrebbe sottoporsi a bandi e gare che renderebbero incompatibile il suo status con l’organizzazione delle Olimpiadi invernali entro l’inizio del 2026.

La sentenza del Tribunale del Riesame: confermato il sequestro ma la natura della Fondazione resta incerta

Dunque, c'era attesa sul tribunale del riesame. Come è finita? Malissimo, il peggio possibile. Per tutti. Perché il giudice nell’atto che Affaritaliani.it ha potuto visionare integralmente, rigetta il ricorso dell’avvocato Sangalli, conferma il sequestro ma riqualifica il reato in corruzione tra privati. Il che vuol dire che dunque la Fondazione è privata? Assolutamente no. Perché con una sorta di equilibrismo il giudice conferma il sequestro, usa parole durissime contro gli indagati (del cui destino per la collettività, considerato che è stato Affari a sollevare il caso nel 2022, speriamo sia un giudice a decidere), ma dice anche che non è tenuto a deliberare sulla natura giuridica della Fondazione. E ancora: dice che le iniziative legislative volte a dire quale natura abbia la Fondazione (chiaramente privata, secondo le intenzioni del legislatore) non interrompono l’iter legale, dice che non c’è bisogno di ricorrere in questa fase alla Consulta. Insomma, per tagliarla spessa dice che per ora si può andare avanti così, e che qualcun altro dovrà decidere se la Fondazione è pubblica o privata.

Olimpiadi Milano-Cortina a rischio?

Il vero interrogativo adesso dovrebbe porselo Andrea Varnier, amministratore della Fondazione Milano Cortina. Senza una sicurezza sulla natura della Fondazione come può procedere nell’organizzazione dell’evento? Come assegnare un qualunque appalto con il rischio che poi venga chiamato a risponderne (e per la Corte dei Conti anche personalmente, con i beni propri)? E come possono prendersi responsabilità tutti gli altri organi amministrativi? E’ un problema. Un grosso problema, originato da un caso, quello di Vincenzo Novari, che prima ancora nella vicenda giudiziaria affonda le sue radici in un malcostume morale purtroppo assai diffuso in un vecchio modo di agire in questo Paese. Grosso problema per il quale ora qualcuno sarà chiamato a pagare il conto in termini di rischi da assumersi nel proprio operato.







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