Milano
Palazzo Gallio ritorni a splendere
Lo storico Palazzo Gallio, in alto Lago di Como ha imboccato la strada della rinascita e della riqualificazione grazie ad una serie di finanziamenti di Regione Lombardia. Il punto sul progetto con il consigliere di Forza Italia Sergio Gaddi

Palazzo Gallio ritorni a splendere
A Gravedona ed Uniti, in alto Lago di Como, lo storico Palazzo Gallio, inserito nella lista dei monumenti di interesse nazionale, è proprietà dall’ormai lontano 1983 della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio che qui ha la sua sede operativa. Grazie a una serie di finanziamenti susseguitisi nel tempo da parte di Regione Lombardia, anche nell’ambito del Piano Lombardia, il palazzo voluto dal cardinale Tolomeo Gallio a metà Cinquecento ora ha decisamente imboccato la strada della rinascita e della riqualificazione. Lo scopo primario è farlo diventare a tutti gli effetti un polo culturale di valenza regionale e, perché no?, anche nazionale.
Vicepresidente della commissione Cultura di Regione Lombardia, il consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi ha partecipato il 14 giugno scorso, anche in qualità di storico dell’arte e organizzatore di esposizioni d’arte di notevole successo, all’evento “Palazzo Gallio, rinascita di un monumento”. È stata una occasione di incontro molto partecipata da amministratori locali e cittadinanza che ha fatto il punto sul progetto di trasformazione del monumento in un moderno incubatore dove ospitare e organizzare eventi di alta formazione, mostre d’arte ed eventi culturali di rilievo.
L’importanza di Palazzo Gallio nella storia dell’arte è stata raccontata proprio da Sergio Gaddi, che ha definito lo storico palazzo di Gravedona una “Villa Olmo dell’alto lago dove sperimentare un nuovo modello di turismo culturale”, un ponte tra passato e futuro che secondo il consigliere può ambite al ruolo che ebbe, a Como, la storica dimora neoclassica. A Palazzo Gallio di Gravedona per Sergio Gaddi “ci sono in effetti le stesse condizioni, difficilmente riscontrabili altrove, di quando, nel capoluogo lariano, si facevano le grandi mostre. Ossia una splendida architettura, un magnifico giardino e il paesaggio del lago. Si tratta, a questo punto, di compiere i passi giusti affinché si possa rendere operativo questo enorme potenziale”.
Un potenziale che Sergio Gaddi ha illustrato nel corso del suo intervento al convegno organizzato dalla Comunità Montana ripercorrendo i principali punti di eccellenza del monumento affacciato sul lago, una capsula del tempo con la sua caratteristica pianta quadrata e quattro torri angolari costruita sui resti di una fortezza distrutta nel XII secolo che sono incorporati nel muro di cinta. Chi volle il palazzo fu il cardinale Tolomeo Gallio, segretario di Stato al soglio pontificio di Gregorio XIII ed esponente di una famiglia di illuminati. Volle il palazzo attirato dalla mitezza del clima e dall’amenità del luogo volle il palazzo come “villa di delizia” ma anche sede di governo e di alta rappresentanza, base d’appoggio per azioni diplomatiche e militari insediata sull’asse strategico nord-sud sulla cruciale via d’acqua che è lago.