Milano
Panzeri: “Alle primarie serve una manutenzione, si può partire da Milano”
di Fabio Massa
Ex sindacalista, europarlamentare, leader di Sinistra Democratica. Antonio Panzeri, in un’intervista ad Affaritaliani.it spiega la situazione di Milano: “Alle primarie serve una manutenzione. Si può iniziare da Milano”. L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT
Onorevole Panzeri, Matteo Mauri dice che si può essere minoranza senza essere contro il governo. Condivide?
La questione mi sembra mal posta. Il tema non é quello dell’essere contro, il governo, ma semmai quello di come rafforzarne l’azione. Sono tra coloro che pensano che ciò sia possibile, se non si perdono di vista gli interessi di e le aspettative di buona parte del nostro popolo. E francamente non si può oggi affermare che le decisioni assunte, ad esempio in merito al jobs act o alla riforma della scuola siano state coerenti con questo obiettivo. Comunque fossi nel Premier diffiderei da quanti esprimono un consenso acritico alla sua azione, perché alla fine sono coloro che si rivelano “inservibili” e incapaci di aiutarlo soprattutto nei passaggi politici difficili come quello attuale.
Come giudica l’uscita di vari esponenti dal Pd?
Rappresentano una perdita per il PD e sono da considerare sempre una sconfitta per chi dirige. Ho trovato puerili certe dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza del PD; cosi come sbagliate le spallucce di altri su queste uscite. Interrogarsi su ciò che sta avvenendo non farebbe davvero male, al gruppo dirigente del PD. Anche perché la mia preoccupazione è soprattutto relativa all’uscita” silenziosa di tanti iscritti ed elettori della quale mai si parla, tranne accorgersene dal responso delle urne.
Politica locale. Primarie a Milano, sì o no?
Le primarie non sono il fine, ma uno strumento importante per scegliere il candidato/a che si considera migliore. Certo dopo gli accadimenti recenti le primarie hanno bisogno di una robusta manutenzione per evitare il ripetersi di errori e derive di una certa pericolosità. Detto questo credo che sarebbe un errore politico non farle. Del resto bisogna aver consapevolezza che i problemi se non affrontati per tempo si incaricano di farti pagare interessi elevati in seguito. Tra l’altro sono convinto che Milano può essere un laboratorio di questa manutenzione contribuendo cosi alla discussione nazionale sulle nuove regole da adottare.
Primarie a Milano, se sì, quando?
In tempo utile. per indicare una data, penso che non si possa andare oltre gennaio del prossimo anno. E questo tempo può essere utilizzato seriamente per costruire l’appuntamento con criteri nuovi e dotato degli anticorpi necessari per evitare patologie già vissute in tempi recenti.
Fiano e Majorino: chi preferisce? Quali sono i punti di forza e di debolezza dell’uno e dell’altro?
Ho visto che sono previste una serie di iniziative in città di questi due dirigenti del PD. Iniziative di per se utili che serviranno a rendere evidenti le loro proposte sul futuro di Milano. Tuttavia mi sembra prematura oggi qualsiasi valutazione attorno alle candidature. Al contrario c’è una discussione preliminare che per quanto mi riguarda è essenziale, che non concerne solo i contenuti ma soprattutto la coalizione che si vuole costruire per affrontare le sfide elettorali del 2016. La riproposizione del campo che ha fatto vincere Pisapia è importante e bisognerà vedere quale sarà il candidato/a che meglio saprà interpretare e rappresentare quel campo. Lontani da suggestioni centriste o “partiti della città” incomprensibili ai più.
La dirigenza locale sta gestendo bene le primarie?
Sono tra coloro che ritengono che i consigli si danno solo se richiesti. Mi sento di dire solo questo: i problemi, alcuni disastrosi, che abbiamo avuto nelle ultime elezioni regionali sono stati la conseguenza di errori e ritardi politici in alcuni casi, e di mancanza di coraggio in altri. Mi riferisco, ad esempio, alla Liguria e alla “pena” campana. Le questioni vanno affrontate quando ci sono e non rimandate per paura e timori. Il confronto con Roma non solo è necessario ma deve essere sollecitato perché un’azione concertata é utile a tutti. Tuttavia questo non può essere un alibi per perdere tempo o, peggio ancora, per de-responsabilizzarsi. Se i gruppi dirigenti locali non vogliono avere una carta d’identità sbiadita allora devono, oggi, mettere in campo idee nuove, con l’autonomia necessaria.
Quanto conterà il tema della sicurezza e dei profughi sulle prossime elezioni?
Saranno questioni centrali sia perché il problema dell’immigrazione perdurerà nel tempo con le sue problematiche e con le complesse ricadute territoriali, sia perché questo tema sarà agitato dalle forze populiste e di destra. E non c’è dubbio che oggi, dinanzi a ciò che sta accadendo, stanno crescendo la paura e l’angoscia in molti cittadini. Il compito per noi è farci carico di queste paure, non per alimentarle ma per inquadrarle in un progetto di governo della città che le sappia trasformare in energia positiva. Mi rendo conto che ciò non è semplice, ma è uno degli argomenti sul quale dobbiamo cimentarci il più rapidamente possibile se non vogliamo essere inchiodati in un confronto dettato da altri.
@FabioAMassa