Milano
Papà separati, la Regione chiede parità di trattamento su Tasi
Il Consiglio regionale lombardo ha approvato una mozione che impegna la Giunta regionale a sollecitare il governo affinché dia uniformità di trattamento sulla contribuzione Tasi e sgravi dall’imposizione fiscale il coniuge separato o divorziato non assegnatario della casa coniugale. Primo firmatario della mozione è Antonio Saggese, consigliere del gruppo “Maroni Presidente” e vice presidente dell’associazione Papà Separati Lombardia. “Sono soddisfatto – dichiara - che l’Aula abbia accolto la mia richiesta, in quanto ritengo sia doveroso garantire una maggiore equità e una minore pressione fiscale nei confronti di tutti i cittadini e, in particolare, di coloro che vivono in una situazione di fragilità”.
“Con l’introduzione della Iuc – spiega il consigliere - si è lasciata ampia discrezionalità interpretativa agli enti locali in merito all’applicazione della Tasi nei casi di abitazione coniugale assegnata a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio. Le amministrazioni comunali hanno, infatti, adottato comportamenti differenti in merito all’applicazione del tributo per i servizi indivisibili: il comune di MIlano fa pagare la Tasi ai papà separati che a seguito di provvedimento di separazione legale restano senza casa, mentre molti dei Comuni lombardi ad alta densità abitativa come Brescia, Monza, Bergamo, Como, Busto Arsizio, Sesto San Giovanni, Varese, Cinisello Balsamo e Pavia hanno adottato l’esenzione per i papà e previsto invece agevolazioni per le mamme che conservano la casa. Anche altri Comuni italiani, come Torino, Genova e Bologna non fanno pagare la Tasi ai papà, come invece fa l’amministrazione Pisapia".
"Molti papà separati, quindi, devono pagare il contributo due volte. Una volta in quanto proprietari, anche solo del 50 per cento di un immobile di cui però non hanno il diritto di abitazione, e una seconda volta in quanto affittuari di un altro immobile dove vivere. La situazione – denuncia Saggese - è paradossale: auspico pertanto che il Governo, su sollecitazione della Giunta regionale, intervenga al più presto per garantire l’uniformità di trattamento in tutti i Comuni e per sgravare dall’imposizione fiscale il coniuge non assegnatario della casa coniugale. Attraverso questa mozione chiedo, inoltre, che continui ad essere erogato ai Comuni il contributo volto a finanziare le detrazioni dalla Tasi, al fine di consentire al coniuge assegnatario della casa coniugale, di continuare a beneficiare delle detrazioni per l’abitazione principale”.