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Pastorella (Azione): "Italia Viva? Superare i due partiti è l'unica strada"
Giulia Pastorella

Pastorella (Azione): "Italia Viva? Superare i due partiti è l'unica strada"

Prima le riunioni, poi il botta e risposta sulle agenzie, le interviste infuocate e gli attacchi sui social con le posizioni che diventano sempre più distanti. Fino al naufragio finale. Il percorso del Terzo polo verso il partito unico sembra arrivato già al capolinea. Il dialogo tra Matteo Renzi e Carlo Calenda è ai minimi termini e le speranze di ricucire sono ridotte al lumicino. "Da parte nostra questo dello scioglimento di Azione e Italia Viva era il nodo principale: se si vuole creare qualcosa insieme ci si deve mettere anima e corpo. Non si possono tenere le mani liberi sui fondi o su cose come l'organizzazione della Leopolda" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano la deputata di Azione Giulia Pastorella.

Pastorella, arrivati a questo punto quale è il suo auspicio?
Che lo spazio politico a cui ci siamo rivolti non sia abbandonato o risulti vittima di questa situazione. Io mi sento ancora ancorata a quell'area liberaldemocratica che deve essere presidiata perché ha potenzialità molto importanti. E Azione ha comunque l’intenzione di farlo, restando il perno di qualunque progetto in quell’area.

La Leopolda, però, rimane un evento in grado di aggregare persone e quindi elettori.
La vera maniera di proporla sarebbe stata dire di volere una ‘Leopolda del Terzo polo’ con formato e location ben rodati. Ma proporre un evento identitario è così politicamente caratterizzato quando si stanno facendo le cose congiunte mina l’unità del nuovo progetto. Entrambi i partiti devono mettere da parte le proprie identità, e la Leopolda è parte dell’identità di Italia Viva.I renziani dicono che le frizioni sono iniziate quando Calenda ha capito che avrebbe avuto un competitor dei loro al congresso.Che Carlo possa temere una candidatura contro mi sembra una cosa ridicola. Noi pensiamo di avere non solo la struttura territoriale dei tesserati e la forza ma anche la credibilità. Calenda l’ha dimostrata nello spendersi, alle regionali e alle politiche, a sostegno dei candidati di entrambi i partiti. Penso si sia guadagnato abbastanza fiducia da non dover aver paura di eventuali contendenti in un processo democratico.

Il superamento dei due partiti attuali è stato il punto dirimente?
Assolutamente, in politica le promesse non messe per iscritto sono poco credibili. Non conosco bene la struttura di Iv, ma per quanto riguarda Azione abbiamo creato un partito alla vecchia maniera, con congressi comunali, provinciali e regionali. Quindi per noi un congresso dal basso e la dissoluzione dei partiti di provenienza era la soluzione più giusta, anzi l’unica. Tenersi le mani libere invece non è una strada percorribile.

Non sarebbe stato meglio discuterne più dal vivo, soprattutto i due leader, piuttosto che questi continui attacchi social?
In questi giorni ci sono state tante riunioni e discussioni a porte chiuse, sia a cadenze regolari che straordinarie. L'uso dei social è un’arma a doppio taglio, ma fornisce anche trasparenza verso gli elettori e militanti che stanno seguendo questo percorso: serve a lasciare delle tracce, compresi documenti scritti, affinché alla fine ciascuno possa giudicare nel merito i motivi per cui i negoziati non sono andati a buon fine.

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