Pd, ecco il piano d'azione per vincere il ballottaggio - Affaritaliani.it

Milano

Pd, ecco il piano d'azione per vincere il ballottaggio

Legalità, periferie e case popolari sono i punti scelti dal Pd per prendere più voti

di Paola Bacchiddu

La vittoria per un pugno di voti del candidato del centrosinistra Beppe Sala non fa dormire sonni tranquilli alla coalizione , nelle prossime due settimane da qui al ballottaggio. Ecco perché l'inner circle del partito democratico si è già riunito ieri, subito dopo i risultati degli scrutini, per escogitare un piano che consenta di recuperare quei preziosissimi 5mila voti che separano il manager Expo dal candidato di centrodestra Stefano Parisi.

Il segretario del pd metropolitano Pietro Bussolati, insieme al coordinatore regionale Alessandro Alfieri si sono incontrati con i candidati che hanno ricevuto più preferenze in lista (Da Majorino, a Maràn, alla Rozza) per delineare i punti di una serratissima campagna lampo per aggiudicarsi la vittoria. Affaritaliani.it Milano è in grado si svelare il piano d'azione che è stato concordato. Innanzitutto una copertura delle zone (o municipi), divisi per aree di maggiore penetrazione. Ricordiamo che, anche a causa di un regolamento studiato dal pd che non lo ha certo favorito, 5 zone su 9 sono andate al centrodestra: più della metà. Elemento che potrebbe bloccare alcune delibere non condivise e che costituirebbe un freno a un processo fluido di amministrazione con il comune. Quindi, che fare? Carmela Rozza, fresca di circa 3100 preferenze, ha suggerito di battere, in particolar modo, sul tema delle case popolari: punto assai sensibile per la campagna elettorale di Sala. Basti vedere i magri risultati nelle tanto sbandierate periferie: risultati che invece hanno premiato il candidato in aree prive di criticità, come il centro ricco di Milano, dove risiede. La Rozza ha anche aggiunto che occorre non sottovalutare la questione legata all'immigrazione (la faccenda delle moschee è ancora un punto delicatissimo) e di aprire all'elettorato di centro moderato con due proposte forti di programma. Non solo. Secondo l'assessore, non ha premiato la scelta mediatica di Sala di snobbare la partecipazione nelle tv locali, dove invece è presenza fissa Stefano Parisi: occorre che la sua voce si senta, e si percepisca come più vicina all'elettorato.

Altro punto fondamentale è il coinvolgimento dei volontari, determinanti nel coprire di nuovo il territorio in vista del voto al ballottaggio: esperimento che non ha avuto il successo sperato nei giorni che hanno preceduto il primo turno. Motivazione è allora la parola d'ordine che deve partire dalla squadra di Sala. L'assessore ai Trasporti Piefrancesco Maràn – altro pieno di preferenze: 5193 voti – punta invece su un'operazione di rilancio del sogno di una Milano internazionale che possa compiere il salto di livello tanto auspicato, rispetto alla precedente amministrazione. Senza dimenticare, però, il punto sulle case popolari: ferita ancora scoperta della giunta Pisapia (ma anche delle precedenti). Per Majorino, invece, capolista nel cartello del pd e mister preferenze (oltre 7.500 voti), bisogna allargare al bacino di voti dell'elettorato da intercettare: dai 5stelle, ai Radicali, alla sinistra di Basilio Rizzo che rappresenta oltre 50 mila voti, orfani di rappresentanza. Non solo. Occorre anche dividersi per bene le zone da battere a tappeto in pochissimi giorni. Per il coordinatore Alessandro Alfieri ci vuole invece una sana presa d'atto della realtà e molto pragmatismo, a partire dai contenuti e dalla concretezza delle proposte elettorali che, effettivamente, non hanno brillato in questa campagna elettorale. Inoltre, per spingere il voto, il suo suggerimento è quello di giocare sul messaggio di un rischio che la città possa precipitare ancora nelle mani di una destra oscurantista e dalla gestione poco trasparente. Ma quello su cui tutti convergono è la necessità, soprattutto, di recuperare lo spirito iniziale della corsa elettorale: quell'entusiasmo che sembra essersi sopito dopo la vittoria dimezzata del primo turno. Un elemento psicologico da non sottovalutare, che potrebbe seriamente segnare una differenza sostanziale.

A oggi, questa carica sembra essere più viva nella squadra di Parisi, in gioco per la sopravvivenza. Un altro punto ritenuto debole è la comunicazione: troppo confusa e poco incisiva. Bisogna essere più diretti ed efficaci. Infine il territorio: l'accordo prevede infatti la divisione millimetrica di ciascuna zona di Milano, e il dialogo e l'incontro con le truppe di volontari, ogni mercoledì, per fare il punto della situazione. Azione che deve associarsi alla copertura capillare dei quartieri con i gazebo del partito democratico, per invogliare anche la ricca quota di astensionisti a ripensarci e non disertare le urne al secondo turno.








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