Pinocchio/Cioè, oh. Che bordello se io ero Pisapia...
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C’era una volta il Paese dei cioè. Ecco una simulazione di eloquio bimbo-minchia sul modello del “pirla” (come lo ha definito il padre) di Lacchiarella che ha difeso i black bloc che avevano appena devastato Milano, salvo poi tornarsene nella sua villetta bella bella con pincher e erba rasata corta. “No, cioè, perché io volevo dire a Pisapia che il devasto è tutto. Quando uno si trova in mezzo, se almeno almeno non si candida alle elezioni e spacca tutto, è proprio un coglione. Cioè poi se io, per dire, mi trovavo a fare il sindaco, mi mettevo a capo della rivolta popolare contro Palazzo Marino. Se diventavo Pisapia picchiavo la Rozza e Majorino in piazza, altro che libro scritto dalla moglie oh. Andavo sotto casa loro e gli spaccavo la macchina, gliela bruciavo, a quelli del Pd. Mica sono un coglione io. Alla fine quel Bussolati si è inventato la manifestazione Nessuno tocchi Milano ma è un coglione, perché tanto se ero Pisapia io ci mettevo il cappello e li fottevo tutti. Cioè, bisogna sentirsi parte di qualcosa di più grande. Cioè, è così oh. Facciamo bordello. Se ero Pisapia me ne andavo tutto il giorno e tutta la notte in giro per la città con la bicicletta del BikeSharing, oh, altro che Maran. E poi promettevo di regolarizzare il Leoncavallo ma quando non ci si riusciva me ne sbattevo oh. Queste sono le cose per le quali combatto, per le quali bisogna bruciare le macchine. Che poi io non ho fatto nulla, mi trovavo là per caso. Un po’ come Pisapia oh.