Milano
Pinocchio/Elezioni Milano: troppo tatticismo, poca politica

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C’era una volta un Paese che alla fine… finisce come era previsto che finisse. E così, per il sindaco di Milano, che è la vera partita del prossimo anno, sia destra che sinistra sono in lite totale tutti contro tutti. Il problema, per quanto posso vederlo io, è che c’è troppo tatticismo e poca vera e sana politica. Anche le basi e le fondamenta cominciano a tremare. Quindi, nella Lega Nord, come abbiamo detto tante volte, si è arrivati all’assurdo di non avere un leader ma due: l’ex segretario Maroni e l’attuale segretario Salvini. Inevitabile che prima o poi i due cozzassero duramente. In Forza Italia il leader c’è, e si chiama Berlusconi. Il quale però non segue più tutto come una volta, anzi - a volte - non segue proprio. E quindi sotto di lui c’è una guerra per bande in cui ognuno, invece che lavorare per una proposta politica concreta, cerca il proprio pezzettino. Nel centrosinistra il problema è uguale: due leader a Milano. Da una parte il sindaco quasi ex Giuliano Pisapia, che non sa che cosa vuol fare da grande (ma prevedibilmente il leader di una cosa rossa che nascerà a sinistra del Pd), e Matteo Renzi, che nel casino di Roma e del senato l’ultima cosa che ha per la testa è mettersi a ragionare di Milano. In questo caso, il gioco è a buttarsi la palla nell’altro campo. Il nome lo scegli tu, no lo scegli tu. Vabbè. Scenario squallido. Confidiamo nelle seconde linee, negli outsider, nei candidati che tutti dicono “quello non vincerà mai” (e vale per Majorino, Caputo, Fiano, Iannetta, Passera eccetera eccetera). Si sa mai che parlando alla città della città alla fine uno di loro possa risultare davvero la scelta migliore.