Pinocchio/Milano, sognando un'altra campagna elettorale - Affaritaliani.it

Milano

Pinocchio/Milano, sognando un'altra campagna elettorale

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C’era una volta una campagna elettorale. Bella, moderna, con tante idee. Dove c’era un candidato di destra convinto e credibile, magari un giovane, un 30enne. Dall’altra parte c’era un candidato di sinistra che aveva fatto primarie competitive, che veniva dal mondo del lavoro, che aveva sempre operato per la collettività. E poi dove c’era un candidato di rottura, di contestazione, cresciuto a pane ed ideali. Ecco, i tre candidati si confrontavano ogni giorno sui temi veri: case popolari, povertà, finanza pubblica, opere piccole e grandi, arredo urbano. Erano tre milanesi, e i milanesi facevano fatica a capire chi avrebbero votato alle elezioni, in quella lunga campagna elettorale, perché tutti e tre erano ottimi candidati. C’era una volta, ma oggi no. Perché a destra non c’è nessuno, e i nomi che si sentono, soprattutto quelli della destra “politica” sono i dinosauri dell’epoca berlusconiana. Perché a sinistra le primarie sono sì competitive, ma anche ricche di veleno, scatenato ora da una villa al mare ora dalla proposta choc di far viaggiare tutti gratis sui mezzi pubblici (che poi uno si chiede: siete al governo della città? Fatelo già adesso, no?). Perché l’outsider, che dovrebbe essere del Movimento 5 Stelle, in effetti non si capisce bene se sia in campo oppure no. Ecco, a vedere tutto questo, si rimpiange la favola, che almeno avrebbe avuto un lieto fine: un buon sindaco per Milano. Oggi, invece, questo lieto fine non è affatto scontato.








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