Milano
Pinocchio/Pisapia e Balzani, inversioni a U

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C’era una volta un Paese nel quale nessuno si dimetteva davvero. Mai. Nessuno lasciava la poltrona. Mai. Nessuno riusciva serenamente a farsi da parte. Noi italiani siamo gente così. A Milano il sindaco Pisapia aveva detto che non si ricandida. Poi in mille gli hanno pregato di ricandidarsi. E lui, no, deciso, no, non mi smuovete. Poi gli hanno detto di dire la sua sulla campagna per le primarie. E lui no, io non interferisco, io sono il padre nobile, io sono per il centrosinistra unito. No no no. No, io sono Pisapia. Allora si affaccia l’opzione Sala alla finestra. Il commissario di Expo potrebbe fare il candidato alle primarie del centrosinistra, e a Sel viene il mal di pancia. Allora arriva Pisapia. Che frontalmente non lo attacca, ma che inizia a girarci intorno. Renzi chiede a Pisapia mille volte un suo candidato per Milano, ma lui risponde che non ne ha. Renzi lo corteggia per tutta l’estate. Adesso Pisapia si è svegliato e propone il vicesindaco Francesca Balzani. Una davvero brava, per carità. Una che sa fare il suo lavoro. E che aveva già detto di no. Solo che quel no è diventato un ni in attesa di diventare sì. O in attesa che Sala si ritiri davvero. E’ proprio vero che la sinistra, a Milano, vuole perdere a tutti i costi.