Milano, alle primarie i ciellini non hanno votato, i cinesi sì - Affaritaliani.it

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Milano, alle primarie i ciellini non hanno votato, i cinesi sì

 

  Ha vinto Sala, non ha sfondato il 50% ma ha vinto. Balzani seconda e Majorino terzo. Questa volta tutto secondo le previsioni. Ai 'sinistri' resta l'amaro in bocca per non aver riunito le forze e aver messo un'ipoteca sulla vittoria. Ma tutti a Milano dicevano e sapevano che Sala avrebbe vinto.
  Le note politiche da considerare sono due. Prima di tutto le primarie non sono state un grande successo. 6000 elettori in meno di 5 anni fa non sono pochi. Se si considera che in buona parte possono essere quelli più 'sinistri', alla Basilio Rizzo per intendersi, che non si riconoscevano in Sala possibile vincitore, il conto è presto fatto. E qui c'è la seconda considerazione. Perché, sottratti i loro voti, non si sono aggiunti quelli 'moderati', ciellini, come vogliamo chiamarli. Quelli che tanto hanno spaventato il popolo ruspante dì Centrosinistra. Gente che, probabilmente, andrà a votare Sala alle elezioni ma che non si 'sporca le mani' con le primarie che tanto sanno di sinistra.
   Sono arrivati, invece, i voti dei cinesi. Questo sì. È questo ha scatenato polemiche e ironie, soprattutto, sul web. Tanti cinesi hanno scelto Sala. Forse spinti dai loro capi che sono andati a sentire qualche incontro e si sono convinti che il manager di Expo li avrebbe aiutati. Forse perché in Paolo Sarpi, la milanese Chinatown, Majorino ha appoggiato la ZTL e quindi le priorità dei residenti italiani. Forse perché Sala ha incontrato qualcuno di loro rappresentanti. Escludo che ci sia stato uno scambio ad hoc con la comunità cinese, non tanto per una difesa etica aprioristica del commissario Expo, ma perché escludo che chi si candidi alla guida della città organizzi una cosa tanto stupida da poterlo macchiare indelebilmente per sempre, in cambio di una manciata  di voti.
    E poi, diciamolo con franchezza. Le truppe cammellate non sono nuove al voto in questo Paese. Chi non si ricorda di tutti quegli operai che votavano tutto quello che diceva loro il sindacato. Senza avere cognizione di causa di chi e quello che sceglievano. Per non parlare dei cattolici indottrinati dei parroci che, all'uscita dalla chiesa, venivano istruiti per votare la DC e le preferenze decise dai vescovi. Dai su. Non è la prima volta che assistiamo al voto di massa, alle scelte dall'alto che decide per centinaia o migliaia di persone.
    Certo, qui a sentire le interviste di questi stranieri residenti, che parlano a stento l'italiano e che non sanno chi sono i candidati, viene da rabbrividire. Qui non c'è solo il voto di massa ma anche il voto inconsapevole. Ed è molto peggio. Ma allora il problema sta a monte. È giusto far votare gli stranieri con permesso di soggiorno che spesso non sono integrati e che, più che altro, non voteranno alle elezioni 'vere' e quindi in un modo o nell'altro falsano il voto? Come fai a distinguere lo straniero che si interessa da quello che non si interessa al governo della città? Quello che ci capisce e quello che non ha neanche idea di cosa siano le Primarie. Ecco forse una riflessione sul voto aperto anche agli immigrati va fatta.
  Anche se, in tutta franchezza, ho parlato e parlo anche con tanti italiani, integratissimi, che non hanno idea di cosa siano le primarie, di chi si candidi a governare la città. Che ragionano ancora con: c'è qualche comunista in giro? Che non hanno idea di programmi o di visioni della città. Ogni tanto per scherzare ripeto che andrebbe ri-discusso il suffragio universale. Chi mi è vicino mi guarda storto. E capisco le sue ragioni. Sono i limiti della democrazia.
Comunque, in bocca al lupo dottor Sala.

@AdriSantacroce








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