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Primarie o no, riconferma o no. I dilemmi delle prossime Regionali lombarde

Primarie o no, riconferma o no. I dilemmi delle prossime Regionali lombarde

Ogni mattina, a un anno dalle elezioni, un dirigente di centrosinistra si alza e dice: "Facciamo le primarie". Un dirigente di centrodestra si alza e annuncia: "Presto arriverà il candidato".

Lombardia 2023, centrosinistra: primarie sì o primarie no?

Si avvicinano le elezioni e come sempre, circa un anno prima o poco più, si avvicina la discussione sulle primarie. Primarie sì, primarie no, primarie forse. Lo scorso anno, prima dell'estate, ai milanesi è stato risparmiato il dibattito perché il sindaco Beppe Sala era uscente, e quindi non c'era bisogno di selezionarlo. Era lui di diritto e pure di dovere. Con l'approssimarsi delle Regionali, invece, il dibattito sulle primarie non ce lo risparmieremo mica, almeno a sinistra. Il discorso è semplice: le correnti Dem a livello regionale non vogliono le primarie. E vorrebbero puntare dritti su Carlo Cottarelli, che dicono essere il preferito di Enrico Letta. Cosa in effetti parzialmente vera (o parzialmente falsa): Cottarelli non è sgradito a Letta, che però lascia autonomia ai territori. E poi bisogna capire se Cottarelli ha voglia, cosa niente affatto certa, stando a fonti di Affaritaliani.it Milano. Ma se c'è Cottarelli c'è chi dice che non lo si può sottoporre a primarie, e questo - per una buona fetta del partito - sarebbe un errore strategico imperdonabile. L'unica vera differenza a livello di scelte politiche da quindici anni a questa parte, tra Milano e la Regione Lombardia, è che a Milano sono state fatte primarie vere, sia con Giuliano Pisapia (ricordatevi, c'era un talento del calibro di Stefano Boeri) sia con Beppe Sala (ricordatevi, c'erano Pierfrancesco Majorino e Francesca Balzani e Antonio Iannetta). Nessuno è arrivato sicuro di vincere, neppure il vincitore di Expo, che infatti si è impegnato a fondo.

In Regione Lombardia, invece, da Ambrosoli in poi di primarie vere non ce ne sono state. Non c'è stato vero confronto sui territori. E i territori non hanno riconosciuto i candidati, votando dunque i partiti. Tra Giorgio Gori e Attilio Fontana ha vinto Fontana con un distacco talmente ampio da risultare incredibile. Dunque? Dunque adesso il punto è semplice, ed è quello su cui si stanno avvitando tutti nel centrosinistra: primarie sì, o primarie no? Primarie con quali candidati? E con quale coalizione? Con il Movimento 5 Stelle o senza il Movimento 5 Stelle? E se non si fanno primarie come si fanno a "legare" in un patto tutte le forze dalla sinistra radicale fino alla strana coppia Calenda-Renzi?

Lombardia 2023, centrodestra: l'annuncio e il rischio caos in Giunta

Si avvicinano le elezioni, e come ogni volta si avvicina l'annuncio dell'annuncio di Matteo Salvini. Parlando con i suoi, come ha riportato il quotidiano Libero, Salvini ha parlato di un nome già ad aprile. Perché? Non si sa. Il nome ad aprile serve solo se non è noto al grande pubblico. Dunque, per imporre una figura ancora quasi sconosciuta, alla quale abbisognano mesi per entrare in sintonia con i territori. Se non fosse questo tipo di figura l'annuncio ad aprile diventerebbe una bomba nucleare nel cuore della giunta: se fosse la riconferma di Attilio Fontana come la prenderebbe Letizia Moratti? Se fosse la candidatura di Letizia Moratti come la prenderebbe Attilio Fontana? E la Lega territoriale? Insomma, è un caos.

fabio.massa@affaritaliani.it

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