Primarie, una parola su Aler. Tre domande ai candidati. Commento - Affaritaliani.it

Milano

Primarie, una parola su Aler. Tre domande ai candidati. Commento

di Fabio Massa

Eccole, finalmente, le primarie delle idee. Dopo aver fatto le analisi del sangue a Beppe Sala per vedere se davvero era di centrosinistra o di centrodestra, peraltro con risultati non univochi (lui dice di sì, che è di centrosinistra, e ci sarà ben da credergli dato che ad altri non è dato saperlo); dopo aver discettato a lungo dell’utilità della candidatura di Francesca Balzani (neanche lei, interrogata in proposito da Affari, sa dirsi peraltro perché rifiutò, nell’estate scorsa in cui le venne chiesto di scendere in campo, per poi accettare l’invito autunnale di Pisapia); dopo aver chiesto mille volte a Pierfrancesco Majorino di ritirarsi (e, adesso, di averlo accusato di rimanere in campo solo perché ha l’inciucio con Beppe Sala). Ecco, dopo tutto questo, dopo la virgola di Noi, Milano e il punto e virgola di Francesca Balzani (feticismo della punteggiatura: singolare che l’unico a non indulgervi sia lo scrittore Majorino, finalmente si parla di città. Ci è voluto lo smog alle stelle per far emergere qualche idea. Soddisfacenti? Direi di no. Per esempio, mi sarei aspettato che sulla questione ambientale, dato che il sindaco di Milano è anche sindaco della città metropolitana, qualcuno dicesse chiaro e tondo che avrebbe chiesto al governo poteri commissariali per fare politiche di area vasta. Mi sarebbe piaciuto che qualcuno dicesse, in barba alla retorica pseudoambientalista, che tenere bloccate le auto in tangenziale è una cazzata e che forse la priorità è costruire dei grossi parcheggi in corrispondenza delle metropolitane e non riempire di strisce blu il Gratosoglio. Certo, i problemi sarebbero stati tanti; ad esempio, si sarebbero certamente incazzati tutti i sindaci dell’hinterland. Ma a volte una campagna abbisogna di risposte più forti di dichiarazioni sull’allungamento della metropolitana fino a Monza e sull’inutile allargamento di Area C.

Ora, tutti nelle periferie, a seguire il povero e solitario Roberto Caputo, che di firme ne avrà anche poche e magari non basteranno, ma fin dall’inizio nelle periferie ci à andato a consumarsi le suole. Magari verrà fuori qualche idea. Per adesso, anche su questo, pochine pochine, ma non disperiamo. Francesca Balzani, nell’intervista ad Affaritaliani.it, ha spiegato che il Comune di Milano, affidando a MM le proprie case ha fatto una rivoluzione. Vero, ma già detto. Appartiene al campo del passato. E su Aler, padrone di casa del resto delle case popolari? Non sono forse anche loro cittadini di Milano? Risposta: problema delicato, dovremo impostare rapporti visto che è della Regione Lombardia. E Beppe Sala? Dice che abbiamo un problema sulle case popolari, perché troppe sono vuote. Eh, anche questa non è una scoperta. Possiamo aggiungerci che la morosità è alle stelle e che Aler non ha i soldi per ristrutturare, che una riforma della legge 27 è alle viste, e che ci saranno tali e tanti sconquassi nel bene e nel male da far vedere i sorci verdi a molti. Un esempio? Nella nuova legge è prevista la revisione (sacrosanta) del diritto alla casa popolare. In pratica, dopo quattro anni rinnovabili a otto, si può perdere il diritto all’alloggio. Immaginatevi gente che già era poco affezionata al suo appartamento (perché non era suo, ma della collettività) che cosa combinerà prima di andarsene. Altro che ristrutturazioni. Qualcuno si è espresso in merito? No, assolutamente no. Allora facciamo una cosa. Proviamo a metterla giù per punti, come a scuola, o come all’esame di giornalismo:

Il candidato si esprima:
1 - su come pensa di impostare i rapporti con Regione Lombardia e che cosa pensa della legger di riforma delle Aler in discussione a Palazzo Lombardia
2 - su come far fronte alle carenze croniche di bilancio di Aler Milano
3 - su quale metodo adottare, a fronte di un dialogo che può anche fallire, per far vivere centinaia di milanesi in condizioni  decenti.

Per quanto riguarda i vip, i salotti e gli assessori omosessuali, appartengono al rumore di fondo. Sai che ce ne frega di che cavolo pensa Benedetta Tobagi (già capolista della lista Penati, che lasciò gli affari della provincia un minuto dopo la sconfitta elettorale) delle primarie di Milano.

@FabioAMassa








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