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Procura di Milano, tre nomi sul tavolo ma il Csm è diviso
(foto Lapresse)

Procura di Milano, tre nomi sul tavolo ma il Csm è diviso

Il successore di Francesco Greco nel ruolo di procuratore capo di Milano? Il consiglio superiore della magistratura è diviso.

Procura di Milano: i tre candidati

Le candidature sul tavolo sono state scremate a tre, dalle nove inizialmente presentatesi. Si tratta di Marcello Viola, procuratore generale di Firenze e candidato anche per la direzione nazionale antimafia e la Procura di Palermo, di Giuseppe Amato, procuratore della Repubblica di Bologna, e della scelta interna costituita da Maurizio Romanelli, procuratore aggiunto a Milano. Il Csm è tuttavia diviso: una prima votazione della quinta commissione del Csm ha portato a due preferenze per Viola e una a testa per Amato e Romanelli. Con due astensioni pesanti.

Procura di Milano: le votazioni e le correnti della magistratura

Come ricostuisce oggi Il Post, divisioni che riflettono le diverse correnti che animano l'associazione nazionale magistrati.  

Viola ha il supporto di Magistratura indipendente, che corrisponde al centrodestra moderato, e da Sebastiano Ardita, ex Autonomia&Indipendenza. Amato ha il voto della corrente centrista Unità per la costituzione. Per Romanelli c'è il sostegno di Area, la corrente di sinistra.

Ad astenersi sono stati i due membri della quinta commissione, due non magistrati. Viola resta il favorito, nonostante alcune intercettazioni lo abbiano accostato all'ex magistrato Luca Palamara, ora radiato e rinviato a giudizio per corruzione. Proprio a causa di queste intercettazioni sfumò tre anni fa la sua nomina a Roma. Il magistrato è ad ogni modo risultato estraneo alle manovre ordite da Palamara.

La Procura di Milano tra scontri interni e inchieste

A certificare il particolarissimo momento della Procura è il fatto che l'opzione interna appare ad oggi quella meno quotata. Non per una debolezza intrinseca della candidatura di Romanelli, ma per via delle polemiche e degli scontri interni alla Procura, tra la nota vicenda nata dal processo sulle presunti tangenti nigeriane di Eni, le voci di una presunta loggia massonica segreta, le indagini a carico del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, del pm Sergio Spadaro per rifiuto d’atti d’ufficio e del sostituto procuratore Paolo Storari per rivelazione del segreto d’ufficio.

Chiunque sarà dunque scelto al posto di Greco, si troverà a dover ricomporre i cocci di una Procura dilaniata.

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