Milano
Chi è il procuratore Fabio Napoleone, il "Batman del caso Garlasco" secondo Corona
Il procuratore Fabio Napoleone ha deciso di riaprire il caso Garlasco: la carriera a Milano, la nomina nel Csm con Area, l'arrivo a Pavia nel 2021

Fabio Napoleone
Chi è il procuratore Fabio Napoleone, il "Batman del caso Garlasco" secondo Corona
A distanza di quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco, in provincia di Pavia, nel 2007, la procura di Pavia ha deciso di riaprire il caso, iscrivendo nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Resta in carcere Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva a 16 anni dalla Cassazione nel 2015. La notizia ha suscitato forti reazioni: “Gli inquirenti non possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando a distanza di quasi 20 anni delle ipotesi stravaganti”, ha dichiarato la famiglia Poggi.
A guidare questa nuova fase investigativa è il procuratore capo di Pavia, Fabio Napoleone, figura di primo piano della magistratura italiana, noto per il suo rigore, la riservatezza e l’esperienza accumulata in decenni di carriera. Fabrizio Corona, nella puntata dedicata al delitto di Garlasco pubblicata sul suo canale YouTube “Falsissimo”, lo ha definito “il Batman della situazione”.
Le radici abruzzesi e l’ascesa in magistratura
Abruzzese d’origine, Napoleone è nato a Bari nel 1957 da genitori ortonesi, Gaetano Napoleone e Mirella Luciani. Nonostante non sia nato in Abruzzo, ha sempre mantenuto un legame profondo con Ortona, dove ha trascorso molte estati dell’infanzia e adolescenza. Nel 2014 ha ricevuto dal comune il "Premio 28 dicembre", riservato a coloro che hanno dato lustro alla città d'origine o d’adozione.
Entrato in magistratura nel 1981, Napoleone ha iniziato come giudice presso il tribunale di Milano, dove si è occupato, tra l’altro, del processo al controverso psicanalista Armando Verdiglione. Successivamente è passato in procura, sempre a Milano, dove ha ricoperto un ruolo centrale in alcune delle più rilevanti inchieste italiane. Tra queste spiccano la Duomo Connection, condotta con Ilda Boccassini, che svelò una rete di riciclaggio legata alla mafia nel Nord Italia, e il caso Telecom-Sismi, un’indagine che nel 2006 portò alla luce una vasta rete di intercettazioni e dossieraggi illegali riconducibili ad apparati deviati dei servizi segreti e ad alcuni settori delle forze dell’ordine. Sempre a Milano, durante l’epoca di Mani Pulite, ha condotto numerose inchieste sulla corruzione nella pubblica amministrazione, scoprendo gravi irregolarità in settori strategici come urbanistica, appalti pubblici e gestione del demanio.
Una carriera tra grandi inchieste e incarichi di rilievo
Nel 2008 è stato nominato procuratore capo a Sondrio, incarico che ha ricoperto fino al 2014. "Mi sono trovato benissimo in Valtellina. Un’esperienza che di certo non dimenticherò, mi ha fatto capire l’importanza delle realtà piccole", ha raccontato in seguito. Successivamente, è stato eletto consigliere togato al Consiglio superiore della magistratura in rappresentanza della corrente progressista "Area", che unisce Magistratura Democratica e Movimento per la Giustizia. Durante il mandato ha lavorato attivamente nelle commissioni per le nomine e la disciplina dei magistrati, mantenendo un profilo riservato. Tuttavia, una polemica emerse in quegli anni in relazione all’arresto del sindaco di Lodi, Simone Uggetti, poi assolto: a indagare era la pm Laura Siani, ex moglie di Napoleone, creando tensioni anche all'interno del Csm.
Nel 2019 è stato nominato sostituto procuratore generale alla Corte d’appello di Milano. Due anni dopo, nel 2021, è stato assefgnato come procuratore capo di Pavia. Ed è proprio in questo ruolo che oggi si trova al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria, avendo deciso di riaprire il "giallo di Garlasco".