Sala, dalla vittoria sicura alla grande paura. Cronaca di una nottata - Affaritaliani.it

Milano

Sala, dalla vittoria sicura alla grande paura. Cronaca di una nottata

Milano, la cronaca di Affaritaliani.it dal quartier generale di Beppe Sala

di Fabio Massa
 
Inizia con il secondo piano dell’EnergoLab di via Plinio, nel quartiere di Porta Venezia, la lunga notte elettorale di Beppe Sala e del Partito Democratico milanese. Inizia con tanto entusiasmo, con i vertici dei dem gasati. Addirittura c’è chi parla di sei punti, otto punti di scarto. Chi invece si fida dei sondaggi: Beppe chiuderà avanti di quattro punti. Al secondo piano è una calca di giornalisti, televisioni, fotografi. Il terzo piano è off-limits. Si entra solo con apposito badge e solo se si è dello staff o del partito. Alle 23 comincia il circo.

I primi exit poll ricalcano di fatto i sondaggi: Sala avanti. E il primo a dichiarare è il senatore Mirabelli, di Area Dem. “Non è un risultato scontato, ma siamo avanti, ed è questo l’importante”, scandisce. Poi, sorridendo, risponde alle domande: “Parisi è contento? Noi saremo contenti quando vinceremo”. Stesso tenore nell’intervista di Pierfrancesco Majorino, l’assessore uscente al Welfare, sfidante di Sala alle primarie. Poi arriva Maurizio Martina, il ministro-sponsor di Mr. Expo. Questa è anche la sua partita politica, la sua scommessa. Anche lui è positivo, positivissimo. Gli exit poll non divergono. E si susseguono. Beppe Sala arriva e rilascia una riga di dichiarazione sull’affluenza, poco significativa. Poi si infila al terzo piano. All’una i giornalisti dei cartacei iniziano a ribollire.

Il tempo stringe, per raccogliere una dichiarazione e mandarla in tipografia. E intanto Palazzo Marino inizia a diffondere i dati reali. Non le proiezioni, che danno avanti ancora Sala, ma i dati dei seggi, quelli scrutinati . E quelli dicono che Parisi è avanti. Ma è una questione di zone, commentano i dirigenti. Nella 1, nella 4. Sono zone nelle quali tradizionalmente il centrodestra è forte. Poi però iniziano ad affluire i dati della 9, della 7. Niguarda, Baggio, Quarto Oggiaro, i quartieri popolari. Sala risale, ma non di tantissimo. E il tempo passa. All’1.45 per i giornali inizia ad essere tardi, tardissimo. Premono sullo staff di Sala perché scenda, perché dichiari. Poco dopo il portavoce Stefano Gallizzi informa che Beppe Sala non parlerà nella notte, con i dati che non sono consolidati, ma solo lunedì alle 15. Tempo per riflettere. E gli altri? Nessuno parlerà più. Nessuno commento. Il salone si svuota, le televisioni vanno a casa. I collegamenti si interrompono. Rimane lassù il “cervello dem”. I dati numerici continuano ad affluire. Il Partito Democratico in un primo tempo afferma che la forchetta è del 4 per cento, poi alle 3.45 riduce le previsioni a 2 punti percentuali. E’ pareggio, è testa a testa. E adesso cambia tutto, mentre i musi si allungano e l’affare si complica. 
 
@FabioAMassa







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