Milano
Referendum, Ascioti (Azione): "Con l'autocompiacimento non si crea una alternativa a Meloni"
Il segretario milanese di Azione Francesco Ascioti: "Affluenza più alta a Milano? Non mi sorprende. Ma a Palazzo Marino non devono pensare di risolvere la pace del mondo, bensì parlare della città. Anche con alleanze civiche". L'intervista

Francesco Ascioti
Referendum, Ascioti (Azione): "Con l'autocompiacimento non si crea una alternativa a Meloni"
"Il voto referendario dimostra che l'autocompiacimento non porterà a costruire un'alternativa al governo Meloni" dice il segretario milanese di Azione Francesco Ascioti. In città l'affluenza è stata più alta rispetto a quella nazionale: "Non mi sorprende, qui c'è sempre grande partecipazione. A Palazzo Marino, però, si parla della pace del mondo e mai di Milano". Intanto giovedì Carlo Calenda, in un evento aperto al pubblico, cenerà in città con l'economista Carlo Cottarelli dopo aver fatto il suo nome come possibile candidato sindaco. In attesa di conoscere le strategie del Pd, Ascioti guarda con favore all'apertura dei dem a realtà e personalità più civiche: "Va nella direzione giusta". L'intervista di Affaritaliani.it Milano.
Ascioti, il quorum non è stato raggiunto. Ma a Milano ha votato circa il 35%.
Un dato atteso. Milano è una città scolarizzata, con un grande senso del bene comune e una cittadinanza molto attiva. Più in generale, però, credo che i promotori di questi referendum debbano riflettere sul fatto che l'autocompiacimento rispetto a questo governo non ha le gambe lunghe. E sicuramente non favorirà la nascita di un'alternativa.
C'è chi lo ha già definito un regalo a Meloni. Che ne pensa?
A questa domanda è più giusto che risponda chi ha voluto i referendum. Alcuni quesiti, penso a quelli sul lavoro, erano puramente ideologici. Sarebbe più giusto affrontare in Parlamento una materia come questa. Anche per il Pd, che dovrebbe fare di questo argomento una bandiera. Piuttosto che fare battaglie di questo tipo, sarebbe meglio che i partiti politici si occupassero di lavoro nelle Aule.
Politicizzare troppo i referendum non funziona?
No, e questo lo dice la storia italiana. Alcuni referendum famosi sono passati anche contro l'indicazione dei grandi partiti. Quindi dovrebbe rimanere uno strumento terzo. Una battaglia politica di senso alto, e non partitica.
Anche in vista delle prossime comunali, queste prove di centrosinistra con l'unione di Pd, M5s e Avs lasciano delle indicazioni?
Io non riesco a vedere nessuna connessione tra l'esito del voto di oggi con le prossime amministrative di Milano. Però quello che posso dire è che ho sentito dire delle cose su cui sono d'accordo e favorevole.
Parla dell'apertura del segretario milanese del Pd Alessandro Capelli a delle primarie allargate anche al mondo civico?
Mi è piaciuto, intanto, che il sindaco di Milano Beppe Sala abbia partecipato alla chiusura della campagna per il sì a il referendum sulla cittadinanza. Ho sentito poi le dichiarazioni di Capelli sul coinvolgimento ampio delle realtà e delle personalità civiche in città per costruire il progetto dei prossimi cinque anni e penso sia una riflessione corretta. Adesso, però, bisogna invertire una triste tendenza.
Ossia?
Dentro le Aule cittadine, dai Municipi fino a Palazzo Marino, non si parla più di Milano. Il Comune, purtroppo, non può portarci alla pace nel mondo, sarebbe bellissimo. Le alleanze civiche, qualunque esse siano, vanno fatte sulla città, sulla sicurezza, su San Siro: tutti temi veri di cui oggi la politica non discute.