Referendum, da Milano l'appello di Renzi: ora o mai più - Affaritaliani.it

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Referendum, da Milano l'appello di Renzi: ora o mai più

Renzi: il Pd è stato pensato e voluto per cambiare l'Italia non per bloccarla

"Questo referendum non è il congresso del Pd. Chi vuole il congresso deve aspettare il 5 dicembre". Lo ha ribadito il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a 'Che tempo che fa' su Rai3. E allo spazio Base di Milano, definita "la città che più in Italia trarrà benefici dalla vittoria del Sì", davanti a una platea soprattutto di giovani, ha spiegato: "Le divisioni ci sono. Io non me le spiego: alcune sono condivisibili, altre no. Questo non è un voto sul referendum. Il Pd è stato pensato e voluto per cambiare l'Italia non per bloccarla. C'è l'Italia oggi, poi pensiamo al congresso dal 5 dicembre in poi. Ma non si deve trasformare il referendum nel congresso. Meglio un Pd, comunque, che discute rispetto a quelli che buttano fuori tramite blog quelli che non sono d'accordo. Siamo la città in cui è stato creato Tafazzi, ma vediamo quello che c'è dalle altre parti".

Renzi ha poi fissato altri punti da Milano, prima tappa del tour in Lombardia, che domani pomeriggio lo porterà prima a Bergamo e poi a Brescia. "Questa riforma - ha chiarito - è un treno che ripassa tra 20 anni, se ripassa. Non ci sarà più un politico disposto a ridursi lo stipendio. In Italia si fa fatica a cambiare le cose e c'è paura di dire sì".

In maniche di camicie bianca, pronto alla battuta e a fare il verso ai protagonisti del No, da Silvio Berlusconi ai 5 Stelle, il presidente del Consiglio ha parlato soprattutto al cuore della gente, davanti a centinaia di persone: "Il referendum non è la fine di tutto, ma l'inizio di una storia nuova. Non voglio dire che grazie al referendum risolveremo tutto, ma l'Italia sarà un Paese più agile e agevole. Io ho 41 anni ma faccio in tempo a vederlo il rimpianto del giorno dopo. Gli astensionisti pentiti devono sapere: 'O ora o mai più'. Li abbiamo visti in piazza dopo la Brexit e dopo la vittoria di Trump".

L'ex sindaco di Firenze ha incoraggiato i giovani: "Sono i 20 giorni che possono riscattarci degli ultimi vent'anni.Tocca a voi prenderci per mano e riportarci nel futuro. Ci stiamo cascando nel giochino che stanno facendo gli altri, quindi bisogna che vi muoviate voi. C'è il rischio di un voto anti-sistema, lo abbiamo visto negli Stati Uniti e sul referendum della Brexit". "Non me ne frega niente se qualcuno continuerà a dire negative su di me. In questo momento ho voglia di cambiare l'Italia, sto interpretando l'idea di potere come verbo", ha detto ancora. Poi un appello finale: "Il 4 dicembre possiamo decidere se finalmente entriamo nella porta per il futuro o se, alla fine, qualcuno all'arrivo si impaurisce. Se vince il No, il Paese resta fermo. A me sembra un errore per chi verrà dopo di noi. Mettetevi al lavoro, andate porta a porta, sono 20 giorni per i prossimi 20 anni".

L'INCONTRO CON GLI STUDENTI DELLA CATTOLICA - Nella mattinata di lunedì 14 novembre il premier ha quindi parlato davanti ad una platea di universitari alla Cattolica di Milano.  "Vivo questi venti giorni, con energia - come ho detto non intendo vivacchiare - ma anche con un grande sorriso. Se passa la riforma possiamo parlare davvero delle cose che servono all'Italia. Ci sara' tensione ma sono venti giorni belli". Il premier Matteo Renzi lo dice parlando agli studenti della Cattolica di Milano, al termine di una lunga lezione-confronto sulle riforme. "Vi auguro un voto consapevole - dice il premier rivolgendosi agli studenti - . Sara' una scelta con delle conseguenze. Io sono quello che sta cercando di eliminare un po' di politici, poi magari eliminano me - scherza -, sto cercando di tagliare le spese della politica ma lo faccio perche' sono innamorato della politica, non dell'anti politica". "Pero' - sottolinea - se devo fare il presidente del consiglio voglio cambiare . Chiunque verra' dopo di me, e magari sara' Salvini, Berlusconi, Grillo, D'Alema, deve poter cambiare le cose. E' frustrante per un politico, umiliante avere un sistema di blocco". E rivolgendosi ancora agli studenti aggiunge: "Non voglio convincervi. Ma questo e' un treno che non ricapita. Ci abbiamo messo 20 anni noi. Finalmente votano i cittadini. E se diranno No avranno detto No. Ma che sia un dibattito vero e non basato su bugie". Il presidente del consiglio fa anche un mea culpa degli errori commessi. "Ho sbagliato anche io. Anche io ci ho messo troppo di politico dentro. Ma adesso c'e' questa riforma che riduce un po' le incrostazioni" e l'importante e' votare conoscendo il testo. "La politica e' dare chance a chi ha voglia di fare - aggiunge - . Il mio obiettivo e' servire il paese. E se oggi alcuni sindaci sono molto giovani e' anche perche' qualcuno ha rotto tante cose, ma anche le porte di accesso. Faccio politica perche' voglio cambiare questo paese. Si possono fare degli errori e noi li abbiamo fatti" per esempio "sulla scuola abbiamo fatto arrabbiare tutti anche se avevamo messo tre miliardi".

"Se fossi uno che in passato diceva 'Roma Ladrona' chiederei che Roma Ladrona riducesse i costi e che il mio sindaco andasse a farsi sentire a Roma". Lo ha detto il premier Matteo Renzi spiegando la riforma costituzionale agli studenti dell'Universita' Cattolica. "Chi e' federalista - aggiunge - sara' piu' contento che un sindaco vada a Roma, o no? e' meglio che i sindaci vadano in Senato piuttosto che fare processioni agli uffici di gabinetto dei singoli ministeri". "Ho bisogno che Milano e la Lombardia, Sala e Maroni, si facciano sentire a Roma - ha concluso - questo e' essere federalisti".








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