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Milano
Regionali Lombardia, il primo confronto. Scintille su sanità e trasporti
Regionali Lombardia 2023, confronto tra i quattro candidati

Regionali, il primo confronto. Scintille su sanità e trasporti

Primo confronto pubblico tra i quattro candidati governatori in Lombardia, in vista delle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio. La prima 'tribuna elettorale' è stata organizzata dal TgR ed è andata in onda su Rai 3 all'ora di pranzo. A sfidarsi, in risposte da un minuto a domanda, sono stati il governatore Attilio Fontana (ricandidato dal centrodestra), Pierfrancesco Majorino (centrosinistra), Letizia Moratti (Terzo Polo) e Mara Ghidorzi (Unione Popolare).  

Sanità: Moratti rivendica suo operato, Fontana difende campagna vaccinale di Bertolaso

La polemica si è accesa in particolare sui temi della sanità e dei trasporti. Per quanto riguarda la prima, prendendo la parola Moratti ha rivendicato: "Sono stata chiamata in un momento di estrema criticità e ho portato la Regione Lombardia a diventare la prima per vaccinazioni" anticovid. A stretto giro la risposta 'velenosa' di Fontana che, invece, ha parlato della "grande campagna vaccinale realizzata grazie a Guido Bertolaso". Moratti ha poi aggiunto che  "la riforma dovrà rafforzare la sanità territoriale e abbattere le liste di attesa", questione, quest'ultima, "che prima di me non era stata presa in considerazione".

Majorino: "E' inaccettabile che si dica ai lombardi 'se vuoi farti curare, paga"

Insomma, "c'è tanto lavoro da fare". Anche il governatore uscente conferma l'abbattimento delle liste d'attesa come priorità e aggiunge: "In futuro sicuramente la sanità avrà più attenzione al territorio, grazie alle risorse del Pnrr". Inoltre "nelle case di comunità si svolgeranno le vere prese in carico dei pazienti", e "ritengo importante mantenere altissimo il livello dei nostri ospedali". Da parte sua Majorino ha sottolineato che "è inaccettabile che si dica ai lombardi 'se vuoi farti curare, paga'. E' una giustizia intollerabile, perché ci sono delle eccellenze" nella sanità, ma non si è tutelato abbastanza l'interesse pubblico. Il programma più "radicale", comunque, lo ha presentato Ghidorzi, secondo cui "la sanità deve tornare a essere pubblica, la salute non è una merce ma un bene comune". 

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