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Milano
Regione, FdI verso il raddoppio. Tre consiglieri pronti a entrare

di Fabio Massa

La Calabria pare tanto lontana, ai forzisti di Lombardia. E hanno ragione, perché lo è. Forza Italia, a quella latitudine, è il primo partito del centrodestra con il 12,3 per cento. Incredibile. Come è incredibile che esista ancora la Casa delle Libertà, a quota 6,4 per cento. A livello nazionale l'ultimo sondaggio di Ixè per Cartabianca, realizzato due giorni fa su un campione di 1000 persone (metodo CATI e CAWI), ha messo in luce come gli azzurri si attestino sul 6,9 per cento complessivo. Toti, e il suo Cambiamo! sta sotto l'1 per cento, e dunque sotto la soglia d'errore.

In Lombardia a nessuno sfugge che la situazione sia oltre il punto critico. La scorsa estate proprio Toti si pensava avrebbe potuto offrire un rifugio sicuro a liberali e scontenti della deriva del partito, che nella Capitale morale non si è illuso neppure per un secondo, dopo la Calabria, che sia cambiata l'aria. Il problema è che il progetto di Toti, ad oggi, è imploso. Chi sarebbe dovuto passare (tra gli altri, l'assessore alla Sanità Giulio Gallera), non ha fatto il salto perché si è trovato senza una reale prospettiva non personale, ma politica. Chi è passato, come Paolo Franco, lo ha fatto a parole (nei fatti è nel gruppo misto, non potendo fare altro), ma in pratica starebbe - come può riferire Affaritaliani.it Milano - trattando con Fratelli d'Italia. E proprio FdI pare il punto di approdo per quelli che volevano uscire, e che non ce l'hanno fatta. O per quelli che non vogliono attendere tre anni (quelli che mancano alla fine della legislatura regionale) sperando che qualcosa cambi. Per ora, chi è passato non ha avuto molta fortuna, ma più per i casi personali. Mario Mantovani è ancora alle prese con i guai giudiziari. Stefano Maullu, invece, non ha incontrato il favore delle preferenze e dunque è rimasto fuori da tutto. Giorgia Meloni ha aperto le porte del partito, ma fermo restando la selezione all'ingresso. Non si imbarca chiunque, ma solo chi può servire alla causa. E tanti si avvicinano. Per esempio un consigliere dal cognome pesante: Romani. Federico Romani è il figlio di Paolo Romani, uomo un tempo di primissima levatura di Forza Italia, poi entrato pubblicamente in scontro con Berlusconi e alla ricerca di un nuovo terreno di discussione politica. Si era avvicinato a Cambiamo! di Toti, ma ora pare fermo. "Stiamo riflettendo", ha spiegato ad Affari. Linea attendista che però il figlio pare non stia seguendo. Federico Romani è formalmente in Forza Italia. Ma più fonti confermano ad Affari che è in corso una interlocuzione con Fratelli d'Italia. E nell'ultimo periodo Romani figlio pare sia tornato sotto ai vertici per l'abbandono di Fi e l'entrata definitiva in FdI. Si vocifera che anche Viviana Beccalossi, storica esponente della destra bresciana, potrebbe tornare alla casa madre dopo le freddezze di un tempo. Se così fosse, con Paolo Franco, Viviana Beccalossi e Federico Romani il gruppo consiliare da due esponenti raggiungerebbe la massa critica di cinque. E potrebbe dire la sua su molte partite ad oggi gestite unicamente dalla Lega.

fabio.massa@affaritaliani.it

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