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Milano
Regione, gioco della sedia Pd: ecco chi entra e chi no. Inside
Regione Lombardia

di Fabio Massa

Una volta c'era il gioco della sedia. Man mano che si andava avanti le sedie diminuivano e bisognava correre per accaparrarsene una. Pare che potrebbe essere questo il gioco di marzo, non solo in ottica Parlamento ma anche in ottica regionali, per il Partito Democratico. Così, se la Lega Nord e Forza Italia hanno una conflittualità interna davvero bassa, i Dem devono confrontarsi con sondaggi che danno la forza delle urne in diminuzione e di conseguenza i posti in contrazione. Ma chi viene e chi va dal Pirellone? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Milano, in ordine alfabetico, tra i consiglieri regionali il primo ad avere incertezze è proprio il segretario Alessandro Alfieri. Dovrà decidere se andare a Roma o rimanere a Milano. Nel caso voglia rimanere al Pirellone, su Varese sarà lui il rappresentante. Nel caso invece vada nella Capitale, si potrebbero sfidare per un posto il sindaco di Malnate, Samuele Astuti, segretario provinciale, e Paolo Bertocchi, assessore provinciale che varesenews.it definì "mister preferenza". Beneaugurante, in una elezione nella quale contano le preferenze. Agostino Alloni da Crema potrebbe lasciare il posto a Matteo Piloni, il segretario provinciale. Mario Barboni, Laura Barzaghi e Carlo Borghetti si dovrebbero ricandidare. Enrico Brambilla, il capogruppo che mesi fa tentennava sulla sua permanenza nel Pd, tentato dall'avventura di Articolo 1, rimarrà sicuramente tra i Dem, e potrebbe cercare spazio su Roma nella corrente di Andrea Orlando. Se su Marco Carra ci sono incognite, ce ne sono di più su Luca Gaffuri, che ha già fatto tre mandati e che dovrebbe chiedere una deroga. Per lui, come per altri, conterà la vicenda personale dei rimborsi che lo vede sotto processo da parte del Tribunale di Milano. Gian Antonio Girelli vorrebbe andare a Roma, partendo dalla presidenza della Commissione Antimafia. Fabio Pizzul si candiderà sicuramente in quota cattolica, così come lo farà Jacopo Scandella, il consigliere regionale bergamasco vicinissimo a Giorgio Gori. Raffaele Straniero dovrà gestire vicende del territorio di Lecco, che vedono parlamentari tentati dal seggio in Consiglio. Corrado Tomasi, della Valcamonica, ha una storia a parte. Se dovesse nascere una lista "autonomista" di sinistra di sostegno a Giorgio Gori, lui potrebbe esserne il capo. Ma non è ancora deciso. Sara Valmaggi non si dovrebbe ricandidare, e tenterà la strada romana. Giuseppe Villani invece dovrebbe correre.

I condizionali, per tutti, sono però d'obbligo. Un po' perché dipende dalla volontà dei singoli. Un po' perché ci sono anche fattori esterni - tipo la forza elettorale - che incidono eccome. All'opposizione spettano 31 seggi. Se il Movimento 5 Stelle crescesse e si portasse su percentuali se non paragonabili, almeno non troppo lontane da quelle dei sondaggi per le politiche, per il Pd sarebbero dolori. A partire da Monza. Poiché il primo collegio dove non scatterebbe il secondo consigliere sarebbe proprio Monza: Barzaghi e Brambilla sono avvertiti.

fabio.massa@affaritaliani.it

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