Renzi alla Festa dell’Unità. Tam tam: farà l’annuncio (forse) - Affaritaliani.it

Milano

Renzi alla Festa dell’Unità. Tam tam: farà l’annuncio (forse)

di Fabio Massa

Grandi annunci. Il giorno è arrivato. Il tam tam arriva da lontano, si propaga nella Festa dell’Unità una volta, due volte, tre volte. Entra nelle redazioni ed esce dalle redazioni per rimbalzare ancora una volta sugli organi dirigenti impegnati nell’unica kermesse politica che Milano riesce ad avere (ma gli altri, da Salvini a Gelmini, proprio non ci riescono ad organizzare qualcosa di vagamente simile?) Renzi dirà qualcosa di forte, qualcosa di impegnativo, nel comizio finale delle 16. L’argomento? Ovviamente Milano, le primarie, le elezioni, Pisapia. Qualcosa. C’è chi dice che implorerà ancora una volta Pisapia. Chi dice che non lo farà, mica si può umiliare e poi che figura ci fa se quello gli risponde ancora una volta no? Lui, intanto, Pisapia, nel penultimo giorno, quello successivo al lutto della madre, spiega il libro scritto dalla moglie, quello nel quale si attaccano gli assessori. Poche righe di veleno, che ai tempi avevano causato un bel po’ di mal di pancia a Majorino, Rozza e ad altri del Pd. “Volevo far capire come dalle differenze abbiamo trovato un nuovo modo di fare politica”. Rimarcandole l’ultimo giorno, magari, le differenze. E poi il tam tam dei giardini e della festa dell’Unità riprende, si riamplifica. Sta arrivando Renzi. Sono le 17 e non piove, che ha già diluviato in mattinata un po’ ovunque. Sono le 19 e lui ancora non s’è visto, anche se le agenzie battono che ha trattato con Ecclestone e che il GP di Monza è salvo. Lo dice anche Maroni. Chissà di chi è il merito, ma anche chissenefrega. E sono le 21, e ancora Renzi non si vede. Che poi, che ci viene a fare, se domani, domenica, fa il comizio. E’ perché domani fa una toccata e fuga, si spiega. E’ perché domani ci saranno contestazioni e non potrà girare, si spiega. Oggi invece fa il giro a sorpresa in mezzo ai volontari. Stringe mani, magari si fa anche una partita a calcetto (calciobalilla fa troppo fascio) contro Bussolati e Alfieri, che pensano bene di riuscire a perdere contro Orfini e Guerini. Sudditanza di Milano a Roma, altro che Milan e Inter. Per il prossimo anno fate il favore, allenatevi, perché prenderle da Orfini è vergognoso. E dire che Alfieri, tra un oratorio e l’altro poteva anche imparare a giocare, no? Ma che poi, domani domenica Renzi che dice? Lo dice qualcosa di importante? I circoli, la base, gli eletti e i nominati, i prescelti, gli intellettuali e gli operai, la loro l’hanno già detta in una lettera ben chiara firmata da tutti: “Le primarie s’hanno da fare”. “Il Pd ha costruito “MilanoDomani” e c’eravamo tutti, abbiamo avviato i tavoli tematici delle idee, che dovranno incontrare i percorsi avviati da altri. Questo coinvolgimento è decisivo e ci sono già personalità che hanno annunciato di volersi candidare, autorevoli, competenti, con esperienza e che possono governare Milano per i prossimi 10 anni - scrivono i circoli - Dobbiamo fare però uno sforzo in più. Oggi non è più rinviabile la definizione di regole, confini e data delle Primarie del centrosinistra milanese per l’appuntamento elettorale del 2016”. Qualcuno dice che Renzi è rimasto molto colpito da questa lettera. Che poi, se ne potrebbe anche fregare. Oppure no. Magari domani domenica arriva e ci dice che le primarie si fanno e che il candidato è mister X. O ci dice che è mister X e che le primarie non si fanno. O forse ci dice solo che le primarie si faranno. Buona la terza? Probabile. Per dirla alla D’Alfonso: “Neanche se arriva Obama a dirci che non si fanno non si faranno”.  Intanto Sala pensa di mangiare il panettone nelle aree di Rho-Pero. Sarà che ci si è affezionato.

@FabioAMassa








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