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Rifiuti, l'allerta della Dda Milano: "La 'ndrangheta sfrutta il Coronavirus"

Rifiuti, la Dda Milano: "La 'ndrangheta sfrutta il Coronavirus"

La "possibilita' di aumentare lo stoccaggio" dei siti che accolgono rifiuti "tenendo presente che non possono esserci adeguati controlli", a causa dell'emergenza Coronavirus, e' un rischio dal momento che la criminalita' organizzata ha grandi interessi nel settore.

La riflessione e' della numero uno della Dda di Milano, Alessandra Dolci, che ne ha parlato oggi durante la sua audizione (in videoconferenza) davanti ai deputati della commissione parlamentare d'inchiesta di Montecitorio sulle attivita' connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali. Questa possibilita' e' prevista da un'ordinanza regionale, datata primo aprile, ha spiegato il magistrato, che "prevede una deroga per lo stoccaggio di un quantitativo di rifiuti superiore al 20% rispetto a quanto indicato nell'autorizzazione"; per accedere al beneficio basta un'autodichiarazione alla citta' metropolitana. L'emergenza Coronavirus "non giustifica" le ordinanze approvate dalla Regione, ha sottolineato Dolci, anche perche' l'aumento della capacita' di ricevere materiale del 20% non e' accompagnato da un aumento della fideiussione, che consente di pagare in caso di danni, e che dovrebbe essere proporzionata alla capacita' di stoccaggio. Inoltre nel periodo del lockdown non si e' registrato un aumento della produzione di rifiuti.

"Ritengo che non sia il momento per una simile disciplina in deroga al regime ordinario", ha precisato il magistrato. Perplessita' anche sulla normativa regionale in materia di smaltimento dei cosiddetti rifiuti Covid. "In base all'ordinanza regionale - ha osservato - il trattamento dei rifiuti Covid in arrivo dai presidi ospedalieri prevede un determinato trattamento, mentre i dispositivi di protezione individuale come mascherine e guanti vengono considerati rifiuti indifferenziati e percio' destinati a strutture di incenerimento. Sarebbe stata piu' opportuna distinzione di trattamento tra i Dpi provenienti da privati, che possono essere smaltiti come rifiuti indifferenziati, mentre una cosa diversa sono i presidi che provengono da abitazioni di privati in quarantena e che dovrebbero avere una corsia di smatimento differenziata. Invece nell'ordinanza regionale non c'e' nessuna distinzione".

La 'ndrangheta potrebbe sfruttare l'emergenza Covid per "ampliare le sue maglie" soprattutto nell'ambito dello stoccaggio e smaltimento dei rifiuti. Un settore usato come "testa di ponte per infiltrarsi nel tessuto industriale" e per "stringere alleanze e allargare la propria rete imprenditoriale" soprattutto in Lombardia. A dirlo e' la numero uno della Dda di Milano, Alessandra Dolci, nel corso di un'audizione alla Camera nell'ambito della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attivita' connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali.

"Abbiamo notato un interesse della criminalita' organizzata a rilevare, attraverso prestanome, societa' che che hanno una regolare autorizzazione alla gestione dei rifiuti", ma anche "societa' che si propongono per la sanificazione", ha spiegato Dolci. La criminalita' organizzata "ha interesse a sfruttare l'occasione della pandemia", anche grazie alle agevolazioni previste dal decreto liquidita' che consente di accedere a finanziamenti. La procura milanese ha "indagini in corso" su soggetti in odore "di 416 bis (ovvero associazione a delinquere di stampo mafioso), visto che molte societa' del settore" sul territorio "sono vicine alla 'ndrangheta". Le attivita' investigative in corso "riguardano anche il traffico di materiali come la terra e roccia da scavo - di primario interesse per la mafia - e sono connesse alle indagini per 416 bis" ha illustrato ancora Dolci. Altro capitolo e' quello della gestione trasfrontaliera dei rifiuti, che "e' oggetto di indagini in corso ma coperte da segreto istruttorio", e partite con il sequestro di un treno a Lecco, pieno di "materiali misti e non recuperabili destinati" a siti che si trovavano in Bulgaria, e accompagnati da documenti non adeguati.

Rifiuti, Regione: "Sempre rispettate le norme comunitarie"

Regione Lombardia in merito alle dichiarazioni del procuratore aggiunto Alessandra Dolci in merito alle ordinanze approvate dalla Regione Lombardia sullo smaltimento dei rifiuti durante l'emergenza Coronavirus precisa quanto segue.

"Regione Lombardia si e' sempre mossa seguendo le norme comunitarie, nazionali e le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS). Inoltre, le disposizioni hanno un carattere temporaneo, rimanendo in vigore solo fino al 31 agosto 2020, poiche' legate esclusivamente alla fase acuta dell'emergenza. Non c'e' alcuna intenzione di consentire deroghe permanenti, ma solo quella di fronteggiare adeguatamente una situazione di contingente di emergenza".

"In particolare, sulle indicazioni date per gestione dei DPI - precisa la nota - Regione Lombardia ha seguito le indicazioni della Commissione Europea e dell'Istituto Superiore della Sanita' (Rapporto ISS Covid del 21 marzo 2020) che, valutato il rischio potenziale di trasmissibilita' del virus e valutate le possibili alternative di gestione di tali rifiuti, hanno ritenuto di suggerire la gestione dei DPI quali rifiuti indifferenziati, adottando opportune cautele per la raccolta e lo smaltimento di tali materiali. La raccolta separata viene infatti consigliata per tutte quelle Regioni che, non essendo dotate di impianti di incenerimento conferiscono in impianti di trattamento o in discarica i rifiuti indifferenziati, in questi casi infatti gli operatori del servizio vengono in contatto con i rifiuti stessi esponendosi a potenziale contagio. In Regione Lombardia, conformemente alle indicazioni dell'ISS abbiamo voluto disporre particolare attenzione alla raccolta (doppio sacco), stabilendo l'invio dei rifiuti direttamente nella fossa dell'impianto di incenerimento, senza ulteriori manipolazioni a garanzia della sicurezza degli operatori.

Non e' stato disposto lo smaltimento come rifiuti sanitari - prosegue la nota - poiche' gli impianti dedicati a tale tipologia hanno una capacita' limitata: si sarebbe rischiato di saturarli lasciando in emergenza le strutture sanitarie. Inoltre, i comuni o i privati cittadini avrebbero dovuto attivarsi per contrattualizzare il ritiro di tali rifiuti con significativo incremento dei costi di smaltimento, dell'ordine di dieci volte quello ordinariamente sostenuto"."Entrando nel merito della gestione emergenziale dei rifiuti, si fa presente che nella fase di lockdown si e' ridotta la produzione di rifiuti speciali derivanti da attivita' industriali, ma non la produzione di rifiuti urbani e speciali derivanti altre attivita' imprenditoriali, provocando un accumulo di rifiuti in alcune filiere (plastica, legno, scorie da incenerimento).

Per non mandare a smaltimento tali materiali, che anche per indirizzi comunitari devono prioritariamente essere recuperati, su indicazione del Ministero dell'ambiente (si veda la Circolare ministeriale recante 'Criticita' nella gestione dei rifiuti per effetto dell'emergenza COVID 19' del 1aprile 2020) si e' proceduto a redigere un'ordinanza di deroga temporanea agli stoccaggi di rifiuti in attesa che riaprissero le filiere di recupero, in analogia ad altre regioni quali Emilia Romagna-Liguria e Piemonte, prevedendo un incremento massimo del 20%, con la garanzia di tutte le condizioni di sicurezza. Tale necessita', piu' volte segnalata dagli operatori del settore, era peraltro gia' stata esplicitamente prevista dal DL Cura Italia (18 del 17 marzo 2020, poi convertito con Legge 27/2020) per i depositi temporanei. Per quanto riguarda invece il tema della fidejussione - conclude la nota - non ne e' stato previsto l'incremento ne' da noi ne' dalle altre Regioni, ne' tantomeno dalle disposizioni nazionali proprio perche' si trattava di una previsione emergenziale e temporanea".

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