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Milano
Riforma sanitaria di Regione Lombardia, opposizioni compatte per il no

Sanità: le proposte dei sindaci lombardi alla Regione

Anche i sindaci del centrosinistra fanno sentire la loro voce per cercare di farsi ascoltare, non solo attraverso l’Anci, e evidenziare la necessità di un ripensamento più coraggioso. Invitati a Palazzo Marino Giuseppe Sala, i sei primi cittadini di Milano, Bergamo (Giorgio Gori), Varese (Davide Galimberti), Brescia (Emilio Del Bono), Lecco (Mauro Gattinoni) e Cremona (Gianluca Galimberti) hanno chiesto soprattutto di definire con chiarezza i “contenuti” delle Case e degli Ospedali di Comunità, che saranno creati grazie ai fondi del Pnrr.

La pandemia, ha sottolineato Gori, “ha evidenziato gli attuali limiti di assetto del sistema e la risposta che viene dalla maggioranza in Regione ci sembra cogliere solo parzialmente l’opportunità, con poche risorse messe dal bilancio regionale”. Le Case e gli Ospedali di comunità, ha proseguito, “saranno utili se loro contenuto sarà ben organizzato, non basta ricollocazione delle risorse, serve un potenziamento”. Altro testo dolente è quello dei medici di base. “Tanti Comuni e quartieri lombardi ne sono privi, questi posti di lavoro devono essere più attrattivi”.

A Milano, ha chiarito Sala, il problema non è quante Case di Comunità realizzare, ma dove e con quali funzioni. “Abbiamo evidenziato in tante occasioni le inefficienze e le carenze del sistema attuale. La riforma è un’opportunità per i territori che devono assumere un ruolo forte. I Comuni sono centro di conoscenza dei propri cittadini e del proprio territorio” ha ribadito Davide Galimberti. Per Del Bono finora la “percezione” sulla bozza è quello del rischio di fare solo una “modesta manutenzione della legge 23, mentre con la pandemia è parsa chiara una fragilità molto pesante della sanità dei territori”.

Per Gianluca Galimberti il rapporto tra Case di Comunità e abitanti, attualmente tra 40.000 e 50.000, “può migliorare”, ma serve “un investimento molto più grande” da parte della Regione, anche sulla telemedicina. Gattinoni ha infine rilevato che il tema della governance è il “più ambiguo e contraddittorio, con una confusone di competenze programmatorie tra Ats e Asst. Sul territorio, nel sociale, si trovano anche le risposte oltre al bisogno, non creiamo ospedalini inutili senza pensare cosa metterci dentro. La risposta cambia da territorio a territorio, solo attraverso coinvolgimento dei Comuni”.

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