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Milano
Coronavirus, ritratto dell'uomo che vuole l'ospedale in Fiera: Enrico Pazzali
(foto LaPresse)

Ritratto dell'uomo che vuole l'ospedale in Fiera: il manager Enrico Pazzali

"Novità?". A Enrico Pazzali piacciono le notizie. E vuole saperle in anteprima. Così, ogni volta che alza il telefono, l'interlocutore sa che gliene deve dare una. In questi giorni Pazzali quel "novità" lo pronuncia da dietro una mascherina, che indossa praticamente sempre. Tutta Milano è in clausura, ma questo manager se ne va in giro con la Giulia senza autista, facendo la spola tra Regione Lombardia e i padiglioni di Fiera Milano in cui nascerà il nuovo ospedale. L'obiettivo è quello di fare meglio dei cinesi, e metterci meno di dieci giorni. Lo ha dichiarato in uno dei suoi rarissimi comunicati stampa. Enrico ama il tennis ma non è la racchetta. E' la pallina, che rimbalza velocissima. La famiglia, una moglie dai modi gentili, paziente e tenace anche di fronte alle difficoltà, che sorride con gli occhi e due ragazzi  - maschio e femmina - molto educati, è ormai abituata al suo iperattivismo. Lo sopportano e lo supportano nelle sue mille peripezie. Non sta mai fermo, Enrico. I capelli lisciati all'indietro e le parole svelte.

Oltre alla famiglia, ha avuto un solo grande, grandissimo amore. La Fiera di Milano. Direttore generale prima, poi amministratore delegato per due giri. Capace di avere rapporti con l'allora centrodestra al potere, di entrare e uscire da Arcore, di entrare e uscire dalla Regione. Stakeholder di Fiera. Non si amano, ma si rispettano. Denuncia quando deve denunciare anche se non è semplice, è un maniaco della legalità: giudici, pm, avvocati. Li va a trovare, li frequenta, chiede consigli. "Novità?", esordisce. Come al solito. Da Fiera esce, e l'allontanamento dall'amata causa mesi di sofferenza. Ma al Tesoro c'è chi lo apprezza e lo stima: arriva la nomina alla guida di Eur Spa, il grande spazio a Roma che ha giganteschi problemi. Dopo il primo mandato, viene rinnovato con il gradimento del Movimento 5 Stelle.  Poi, poco tempo fa, ha riconquistato l’amata.
 

Attilio Fontana, con il quale ha un rapporto di amicizia fin dai tempi in cui l'allora sindaco di Varese sedeva nel cda (guardacaso) di Fiera, lo "designa" a presidente di Fondazione Fiera. E' una nomina scontata, un piano inclinato che fa riunire Enrico e il Portello, questa volta da presidente della società che possiede i terreni e i padiglioni. Il padrone di casa di Fiera Spa, che pubblica conti record che lui difende. Deve fare le nomine e saranno rinnovi, ma si scatena il pandemonio del Coronavirus. Entra ed esce dalla Regione. Pallina da tennis. Riflette, tira su il telefono, "novità?", se ne va in giro con la macchina e la mascherina su. Si incavola, quando dicono che l'ospedale in Fiera non si può fare. "Qui la gente muore, ma questi non si rendono conto". Qui la gente muore. Ne sente l'urgenza, Enrico. Fare le cose bene. Si mette in moto, si agita, trova i materiali. Ci sono, ce la fa. E' questo il suo modello Milano: coinvolgere tutti. Stakeholder, tutti insieme. L'ospedale si farà. Su questo, possiamo scommetterci. 

fabio.massa@affaritaliani.it

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