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Formigoni: "Moratti? Coraggiosa. Alle Europee i conservatori possono vincere"
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Formigoni: "Moratti? Coraggiosa. Alle Europee i conservatori possono vincere"

"Le elezioni europee saranno una prova estremamente interessante. Dopo tanti anni c'è la possibilità di mandare i socialisti all'opposizione e i conservatori in maggioranza. Sarebbe un cambio radicale". Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano ritorna sulla vittoria di Attilio Fontana e sulla sconfitta della sua sfidante Letizia Moratti, che ha messo Bruxelles nel mirino lanciando l'ipotesi di un nuovo partito vicino al civismo da presentare alle europee del prossimo anno. Il “Celeste” plaude anche al riassetto di Forza Italia voluto da Silvio Berlusconi con l'obiettivo di rafforzare i rapporti con Fratelli d'Italia e posizionarsi più al centro. 

Formigoni, Moratti non si dà per vinta.

Le regionali sono andate come avevo pronosticato, ossia con una grande vittoria del centrodestra e la sconfitta del Terzo polo e di Moratti che non entra neppure in Consiglio. Adesso rilancia e questo dimostra che ha un carattere forte e la volontà di fare politica a tutti i costi. Ma non ha esplicitato quello che sarà il programma e gli interpreti, quindi il giudizio per ora è sospeso. Un atto di coraggio, anche se mantengo le mie perplessità. 

Perché saranno così importanti le europee del 2024?

Sono elezioni che si giocano soprattutto in Europa, mentre nelle precedenti gli elettori italiani votavano guardando più agli equilibri nel Paese. Oggi invece occorre far capire che c'è una partita vera, con la possibilità di cambiare gli equilibri dopo tanti anni di Ppe e socialisti. Se i conservatori entrassero in maggioranza per l’Italia sarebbe un grande vantaggio. Cambierebbe tutto, anche la storia dell'Europa. E Giorgia Meloni, che comunque viene guardata con rispetto, troverebbe meno difficoltà e avrebbe l'ultima parola anche per esempio su alcuni ruoli come la presidenza della Commissione. Inoltre si sposterebbe l'asse politico e geografico con l'entrata nella maggioranza di Paesi dell'est Europa. 

Lei si riconosce nel 'destra-centro' di oggi? 

Io continuo a essere un uomo di centrodestra, non sono diventato uomo di destra-centro. Ho sempre guardato a queste forze, specie a quelle più centriste. Meloni merita tutto il nostro rispetto e ha dimostrato di essere preparata, volitiva e conosce profondamente la politica. E studia, questo è fondamentale. Lei, anche se fa parte di un partito di destra, è una donna di centrodestra. 

I cambi in Forza Italia avvicinano gli azzurri al centro? 

Certamente un cambio significativo, nel senso che sono stati messi ai margini uomini e donne che avevano costruito un canale privilegiato con la Lega e sostituiti da persone che hanno il compito di rafforzare il rapporto tra Fi, Meloni e Fdi. E di riguadagnare a pieno titolo il collocamento e l'identità di un partito di centro nel centrodestra. Berlusconi ha voluto questo cambio forte che io condivido e ritengo giusto. E non perché la Lega vada espulsa dall'alleanza, ma Fi ha diritto e merita questa collocazione.

Cosa ne pensa della nuova giunta di Fontana?

Indubbiamente questa giunta ha degli elementi di stranezza e di non consuetudine. Abbiamo un partito di maggioranza relativa che non esprime il presidente della Regione, un fatto dovuto a equilibri nazionali e a una scelta di saggezza per preservarli. Perché si sapeva che Lega era più debole di Fdi in Lombardia e questo aumenta la responsabilità politica di Fontana che sa di essere il presidente del secondo partito e deve essere capace di conciliare gli aspetti e le preferenze degli uni e degli altri.

Ci riuscirà? Fdi ha subito alzato la voce. 

Un presidente è grande quando sa essere al di sopra della propria appartenenza e valorizzare i partiti che compongono la sua maggioranza. Il compito del caro Attilio, di cui ho stima, è più complesso rispetto alla scorsa legislatura. Gli equilibri vanno riconosciuti così come vanno riconosciuti i meriti di Fdi conquistati sul campo.

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