Sala-Balzani, tattiche incrociate. Primo obiettivo: l’outsider Majorino. Inside - Affaritaliani.it

Milano

Sala-Balzani, tattiche incrociate. Primo obiettivo: l’outsider Majorino. Inside

di Fabio Massa

Ancora per un po’, sarà il tempo della tattica. Dopo le candidature ufficiali per le quali si prevede ci vorranno davvero una manciata di giorni, invece, verrà il tempo della strategia. Chi conosce bene Giuseppe Sala e Francesca Balzani (con contorno, abbastanza indigesto per il sindaco, di Pierfrancesco Majorino) sa che in queste ore si sta giocando tutto. Si affilano le armi, si sistemano gli staff, si coniano gli slogan. Giuseppe Sala deve definire chi lo accompagnerà in questa avventura. Intanto ha chiarito quello che più gli stava a cuore con Matteo Renzi: Milano non deve diventare la culla del Partito della Nazione, quello che succede sotto la Madonnina resta sotto la Madonnina. Inoltre ha ben specificato che intende candidarsi per il centrosinistra milanese e non per formule differenti. E infatti il premier ha subito compreso l’antifona e  ha rinunciato all’election day di marzo, con il risultato delle primarie confermate per il 7 febbraio, un risultato un tempo inconcepibile, fino a qualche settimana fa, proprio per le grandi pressioni di Roma.

Francesca Balzani, invece, ha da sistemare la questione Majorino, ammesso che si possa sistemare. Le occasioni per vedersi, in questi giorni, saranno tante, a partire dal consiglio comunale. Non è escluso che i due possano avere un breve faccia a faccia. Anche perché la lettera che i tre sindaci “arancioni” hanno scritto pone le basi “ideologiche” per trovare una sintesi tra i due. La Balzani, secondo fonti di Affari, batterebbe in particolare sul punto che se si divide la sinistra, perde la sinistra e vince Sala. Dunque, perdono entrambi. Per il bene della coalizione lui dovrebbe fare un passo indietro. Non una cosa semplice, visto che Majorino si ritiene pienamente in campo. Sul fronte del sindaco, il refrain è sempre lo stesso: fosse stata una candidatura che aveva gambe, si sarebbe visto in questi lunghi mesi praticamente da solo sul palcoscenico. Lui, Majorino, continua ripetere il mantra: “I conti si fanno alla fine”.

A queste considerazioni tattiche si associano poi le vicende “tecniche”. Da una parte si mette in luce come ai tempi di Tabacci ci fosse stata l’autosospensione dalla carica di assessore al Bilancio quando partecipò alle primarie contro Renzi. Questo costituisce un precedente. Certo, è complicato dire che cosa potrebbe succedere senza vicesindaco e assessore al welfare, con una giunta praticamente decapitata. In ogni caso, qualche colpo di scena dal 12 gennaio al 7 febbraio potrebbe esserci, anche se lo si ritiene improbabile. Così come improbabile (anzi, praticamente impossibile) è che Pisapia possa respingere le dimissioni di Giuseppe Sala dal cda di Expo. Quel che è certo è che ad oggi non le ha ancora accettate. Se è un segnale, non si sa. Quel che si sa è che nel momento in cui saranno ufficiali e operative, il Comune dovrà varare un bando per l’individuazione del sostituto del proprio rappresentante in Expo. Chissà chi concorrerà e se sarà scelto dai soci come nuovo amministratore delegato.

@FabioAMassa








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