Milano

Sala: "Il modello Milano non è al capolinea. Ma va riadattato"

a cura della redazione

Il sindaco di Milano: "Siamo una città internazionale ma attenta al welfare. Ma la realtà è cambiata molto negli ultimi anni. La sinistra ascolti il centro"

Sala: "Il modello Milano non è al capolinea. Ma va riadattato"

"Non mi sfugge che c'e' una parte dell'elettorato che possa sentirsi un po' delusa. E sono piu' che disponibile a una riflessione su come riadattare, se ce n'e' necessita', questo modello di fronte a una realta' che e' cambiata radicalmente negli ultimi 3-4 anni": così in una intervista a Repubblica il sindaco Beppe Sala parla del modello Milano, sostenendo che non è ancora arrivato al capolinea: "Sono un estremo difensore di quello che e' stato chiamato 'modello Milano' per quanto ha prodotto fino ad oggi: farla diventare una citta' internazionale, ponendo pero' allo stesso tempo sempre attenzione al welfare".

Sicurezza, Sala: "Ci sono più problemi di criminalità di strada"

E sulle critiche a questo modello: "Mi pare che molte arrivino da una 'bolla' abbastanza autoreferenziale, che non propone pero' soluzioni alternative". "I dati - continua - ci dicono che a Milano aumentano i residenti, le universita' fanno il pieno di iscritti, c'e' un boom del turismo. E se ho bisogno di aiuto sono prontissimo a chiederlo, come dimostra il fatto che l'ex capo della polizia Franco Gabrielli sara' mio delegato per la Sicurezza e la Coesione Sociale a Milano".

Su come è maturata questa decisione Sala aggiunge: "Quello che mi segnalano prefetto e questore e' che ci sono piu' problemi di criminalita' di strada. E sono problemi che la citta', e in generale la sinistra, deve affrontare, cercando anche di percorrere nuove vie. Nessuno meglio di Gabrielli potra' capire quel che sta accadendo e proporre soluzioni".

Sicurezza stradale a Milano. Sala: "I ciclisti saranno sempre di più"

Alla voce sicurezza stradale, con sei ciclisti morti investiti dall'anno scorso: "Siamo in mezzo a due mondi quasi contrapposti. Quello dei ciclisti e' piu' rilevante di quanto si immagini e crescera' sempre di piu'. Chiede alcune cose precise, tra cui la citta' a 30 all'ora. Dall'altro il mondo degli automobilisti che di questo limite non vuole saperne. Penso che qui, come in molte altre citta', ci si arrivera' a specifiche zone 30, partendo dalle vie davanti alle scuole e applicandolo con rigore anche grazie agli autovelox che vogliamo installare"

Milano, Sala: "Rivolgersi a quel centro che la sinistra non riesce ad intercettare"

Sugli scenari politici cittadini, Sala propone questa analisi: "Prendiamo l'elettorato milanese: oltre ai due schieramenti classici c'e' una percentuale rilevante di cittadini che non parteggia a priori per l'uno o per l'altro. E' a questo centro che bisogna rivolgersi con una proposta concreta e sono anche le richieste di questo centro che oggi, a livello nazionale, la sinistra non riesce ad intercettare, condannandosi a perdere le elezioni". Il primo cittadino respinge le voci di un suo futuro lontano da Milano.

San Siro, Sala: "Il vincolo culturale è una cosa vergognosa"

Ed infine San Siro: "Il vincolo culturale e' una cosa vergognosa. Se lo si mette su un luogo dove si gioca a pallone, allora estendiamolo al 90 per cento degli edifici milanesi. Tutti i sindaci concordano che le Sovrintendenze abbiano un potere eccessivo. Non poter tirare giu' il vecchio San Siro significa che accanto non potra' sorgere il nuovo stadio, perche' due stadi funzionanti porterebbero a 150/200 giorni all'anno di eventi. Mi dispiace se il Milan va a fare il suo impianto a San Donato". "Continuo a pensare - conclude Sala - che San Siro ha la sua ragion d'essere anche per il futuro, anche se non eterno. Nel 2026 ospitera' l'inaugurazione delle Olimpiadi invernali e con ogni probabilita' la finale di Champions. Insomma, e' uno stadio tutt'altro che morto".








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