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Milano
San Siro, Sgarbi: "Io irresponsabile? Sfido Barberis a duello"
Sgarbi e San Siro

San Siro, Sgarbi: "Non va abbattuto, è la legge che parla"

"Io non impongo, non ordino, leggo le carte del ministero e considero serenamente le ragioni della storia, invocando il rispetto della legge.": così il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi torna a parlare della situazione relativa allo stadio San Siro di Milano. Sgarbi ricorda la seduta congiunta dei Comitati tecniciscientifici del ministero dei Beni culturali che il 27 luglio 2020 all'unanimità concordarono«sull’esistenza di un valore fortemente simbolico per la città di Milano rivestito dallo stadio San Siro (indipendentemente dall’età del manufatto), nonché sull’opportunità di avviare un percorso amministrativo relativo a un provvedimento di tutela ai sensi dell’art.10, comma 3, lett.d)».

La Soprintendente, per ragioni non chiare, non ha dato seguito a questa prescrizione che il tempo non cancella, e che attende di essere gerarchicamente istruita, oltre ogni incongrua valutazione". Se anche lo stadio ha meno di settanta anni, è il ragionamento ribadito da Sgarbi, San Siro è un immobile che riveste un valore particolarmente importante per la città e non va dunque abbattuto.

San Siro, Sgarbi: "Io irresponsabile? Sfido a duello Barberis"

Sgarbi replica quindi dalle colonne del Corriere alle accuse del consigliere milanese del Pd Filippo Barberis, che lo ha definito «un irresponsabile, che incarna la peggiore Italietta delle giravolte opportuniste, facendo scappare gli investitori». Così il sottosegretario: "È la legge che parla, ed è inaccettabile che un consigliere comunale del Pd la ignori e mi insulti, dimenticando che la mia posizione". Quella di Barberis è per Sgarbi una "inaudita insinuazione, che merita querela o sfida a duello, contraddetta paradossalmente dal capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi, con una smorfia di coatta condivisione, per il tradimento di una sinistra affarista: «Che tristezza che sia Sgarbi a evitare un disastro ambientale. Ora sia la giunta, con coraggio e serietà, a convincere le squadre (o una sola) a ristrutturare il Meazza e a riqualificare la zona nell’ interesse dei cittadini». Il ministero e lo Stato di quei cittadini non possono essere indifferenti, e assumere una posizione pilatesca, per favorire interessi economici contro la difesa della città e della sua storia. È questo il senso del mio intervento. Il richiamo al rispetto della legge.Il vincolo non è una scelta o un capriccio: è un obbligo".

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