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Milano
San Vittore: nuovo design, concorso con Triennale per architetti

San Vittore: nuovo design, concorso per architetti di Triennale

"San Vittore e' un luogo brutto: non vi si rimane, spesso si viene portati magari dopo un arresto nella notte. Ma non possiamo lasciare che sia sempre cosi': bisogna ripensare gli spazi e renderli vivibili. Stiamo pensando di fare un nuovo design del carcere, perche' sia considerato un servizio al centro della citta'. Per ora e' un sogno, ma speriamo che si realizzera'". Con queste parole il direttore della casa circondariale di San Vittore, Giacinto Siciliano, ha presentato ieri alla Triennale di Milano il progetto di collaborazione con l'istituzione culturale. Il ponte fra il penitenziario e il futuro Museo del design e' nato un anno fa, quando alcuni attori detenuti si sono esibiti proprio nel teatro all'interno del Palazzo dell'Arte; e continuato con una nostra fotografica. Da allora "abbiamo trasformato il carcere in un mondo dove si fanno concerti e mostre aperti al pubblico" ha spiegato il direttore Siciliano, che pero' ha confessato di avere ancora un "sogno": "Che vengano anche turisti dall'estero per vedere spettacoli di qualita' nella nostra struttura. E soprattutto che uscendo possano portare con se' quello che il carcere lascia sempre dentro, ogni volta che vi si fa visita". Ai visitatori pero' anche un messaggio di speranza da condividere: "Chi viene da fuori deve sapere che all'interno di quelle mura si puo' lavorare, perche' e' vero che noi 'facciamo sicurezza', ma e' anche vero che la sicurezza e' soprattutto cultura".

La visione e' completamente condivisa dal presidente della Triennale, Stefano Boeri, che ha definito il progetto di collaborazione con San Vittore uno fra quelli a cui ha tenuto di piu' nel suo periodo di dirigenza. E ha tracciato una mappa di intenti per l'immediato futuro: "Vogliamo riprogettare integralmente il penitenziario, dalle celle alle mense, dal cortile agli spazi comuni. Ci sara' un concorso per la selezione di architetti che abbiano la spinta giusta. Prevediamo poi la partecipazione dei detenuti e del personale carcerario" alla realizzazione dell'opera. Gli architetti vincitori dovranno condividere le loro visioni con i detenuti e i personale, "vivranno con loro e discuteranno di cosa fare". Stiamo collaborando con Fondazione Maimeri e Shifton, società esperta in design dei servizi e rigenerazione. Per quanto riguarda i fondi "li stiamo cercando in collaborazione con la Fondazione di Comunità", ha segnalato, mentre per i tempi ha garantito che si sta andando "velocissimi": "Ci vediamo ogni settimana".

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