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San Vittore, "Stanze sospese": design sociale per le celle

San Vittore, "Stanze sospese": design sociale per le celle

Il progetto di design sociale Stanze sospese, nato un anno fa per ripensare gli arredi delle camere di pernottamento del carcere di Opera e sostenuto dalla Fondazione Allianz Umanamente, approda entro le mura di San Vittore, dove è stata installata una cella pilota.

Il progetto ha visto come primo momento di visibilità un’installazione promossa da 5VIE art+design per il Fuorisalone 2018 nelle cantine del Siam, dove è stata riprodotta una cella del carcere di Opera e una allestita con i prototipi dei nuovi arredi, realizzati in parte in plastica riciclata e prodotti nelle falegnamerie sociali impegnate nel progetto: il laboratorio Arteticamente di Sacra Famiglia e il Polo formativo Legno Arredo.

Il team di progettazione composto da tutor di comprovata esperienza e giovani designer ha lavorato su due principi fondamentali: sopperire alla mancanza di spazio (si parla di 9 mq. per due persone) e aumentare la flessibilità, con arredi che abbiano ingombri e utilizzi diversi nell’arco della giornata. I giovani designer hanno preso alla lettera la metafora “da rifiuto a risorsa”, progettando un sistema di arredi modulare, resistente e flessibile, per dare dignità al soggiorno di detenzione, favorire l’acquisizione di nuove competenze mediante lavoro, studio, gioco e bricolage e individuare un nuovo cammino, nella legalità. Ecco gli arredi principali.

La barra che sorregge

La prima cosa che si nota entrando in una cella è la mancanza di spazio. Un’infinità di oggetti è stipata sui pochissimi mobili a disposizione. Anche il tavolo, per quanto ridotto, impedisce qualsiasi movimento. Per questo abbiamo pensato a un progetto cha aiutasse ad appendere, appoggiare, archiviare. Nasce, così l’idea di una barra: un sistema aperto che fornisce un aiuto, suggerisce un supporto, ma lascia al singolo la libertà di integrarlo. Un detenuto può aggiungere un manico di scopa o un gancio e ampliare il sistema. Il tavolo stesso può “scomparire”, lasciando liberi i pochi metri a disposizione. Il tutto in uno spazio limitato, uniforme, ordinato, ma personalizzabile.

La sedia faccia a faccia

In carcere ci si siede sui letti. Gli sgabelli sono usati per appoggiare le proprie cose, non hanno schienali, sedie non ce ne sono. Se uno cucina, l’altro studia in bagno. Sedere è un bisogno primario, soprattutto se tutto il giorno si è costretti negli stessi pochi metri quadri. Questa seggiola nasce per soddisfare quattro attività sedere, studiare, socializzare, svagarsi, inglobando al suo interno un tavolino in cui è incisa mezza scacchiera. Una seduta classica, se inforcata a cavalcioni, apre un nuovo sistema di utilizzo. Il singolo potrà comodamente leggere, mangiare, fare piccoli lavoretti. Se poi due seggiole s'incontrano... la scacchiera si completa e il tavolo favorisce momenti sociali...

Lo scaffale sospeso

Lo stipetto oggi è l’unico elemento per riporre. Massiccio e ingombrante, sopra il letto o sopra il tavolo toglie aria e respiro. Abbiamo ripensato questo contenitore come uno scaffale aperto, agganciato alla barra.In verticale, oltre alle sue mensole, ha feritoie in cui inserire ganci e pioli; se posto in orizzontale, assume una nuova funzione, diventando un angolo cottura. Perché si, in cella si cucina e i piatti si lavano in bagno. Con questo arredo, invece, tutto ha il suo posto: piatti, bicchieri, vettovaglie. E un ripiano per cucinare. Addio mensole in carta stagnola e cartone.

Il letto su letto

I letti sono sicuramente l’elemento cardine di una cella e non possono in alcun modo essere ridimensionati. Chi è più “fortunato” ha un letto a castello, che lascia un po’ più libero lo spazio della cella. Ma come molti di noi hanno sperimentato, sotto non ci si può sedere e sopra si è isolati dalla vita sociale. Per non parlare del comodino: non se ne parla, perché non c’è. In questo progetto i piani slittano, lo spazio di risulta diventa spazio di opportunità. Ci si siede senza oppressioni sopra la testa, si guadagnano mensole, spariscono i sacchetti e appaiono i cassetti. Il sistema barra lascia la parete e diventa parte integrante del letto: finalmente, un comodino.

Il design è arricchito dal progetto di color design che sottolinea, con campiture diverse le varie attività: i luoghi per riporre, per riposarsi, o per svolgere attività.

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