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Milano
Pregliasco: "Primo punto? Le liste d'attesa. Così cambierò la sanità lombarda"
Fabrizio Pregliasco

Bocciata la gestione Moratti, "C’è da registrare il fallimento sulla gestione dei cronici, la completa assenza degli aspetti riguardanti la disabilità e il troppo timido tentativo di riduzione delle liste d’attesa"


La sanità lombarda “è da ricostruire” dopo una “gestione fallimentare” trentennale. A dirlo in un'intervista ad Affaritaliani.it è Fabrizio Pregliasco, candidato nel collegio di Milano come capolista di Patto Civico per Majorino Presidente alle prossime elezioni regionali del 12 e 13 febbraio. Volto noto dell’emergenza pandemica, Pregliasco dice di non essersi candidato per “difendere gli interessi della sanità privata” ma per “andare a correggere gli errori del passato” e fornire così il suo contributo per tentare di costruire “una Lombardia più inclusiva che non lasci indietro nessuno”.

Pregliasco, la sanità sembra essere uno dei terreni principali su cui si sta giocando la battaglia delle elezioni regionali lombarde che la vedono candidato al fianco di Majorino. Come giudica lo stato attuale della sanità lombarda?

È da ricostruire. Il sistema sanitario lombardo è stato a lungo tra i migliori del Paese, ma la gestione fallimentare degli ultimi trent’anni ha portato a galla tante imperfezioni che necessitano di essere sanate. Senza dubbio va sottolineato che sul territorio esistono delle eccellenze, ma non sono per tutti e questo, in un Paese in cui quello alla salute è un diritto garantito dalla Costituzione, non è accettabile. Penso, ad esempio, a tutte le persone con difficoltà economiche che, in mancanza di una medicina territoriale efficace, non riescono ad accedere al servizio sanitario come dovrebbero poter fare. È necessario un orientamento al territorio in tutte le sue forme con una maggiore attenzione alla disabilità e ai fragili. Abbiamo bisogno di una Lombardia più inclusiva che non lasci nessuno indietro.

Come giudica l’operato della Moratti da vicepresidente e assessore alla sanità?
"Negativamente. C’è da registrare il fallimento sulla gestione dei cronici, la completa assenza degli aspetti riguardanti la disabilità e il troppo timido tentativo di riduzione delle liste d’attesa. Si è continuato a spendere male, senza fornire adeguati servizi, soprattutto per quanto concerne la territorializzazione con le case di comunità che oggi sono scatole vuote. È necessaria una spending review della spesa sanitaria rispetto a quanto prospettato".

Durante la pandemia ha difeso l’operato della Regione. Cosa è cambiato adesso?
"La Lombardia è stata colpita dal primo tsunami Covid ed è stata la regione più esposta quando ancora non c'era la contezza del disastro. Il sistema sanitario regionale ha parato in parte il colpo rivelando enormi fragilità come la mancanza di un piano efficace di prevenzione e gestione delle emergenze o il già citato divario presente tra medico di famiglia e ospedale che necessita di essere colmato. Questi sono temi che da “tecnico” conosco molto bene e per questo credo che ora ci sia bisogno di una discontinuità in Regione rispetto al passato e al fallimento della giunta Fontana".

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