Milano
Sciopero Atm confermato per l'11, fallita mediazione di Tronca

Non ha prodotto risultati l’incontro tra i vertici di Atm e i rappresentanti della Cub convocato dal prefetto Francesco Paolo Tronca con l’obiettivo di trovare una soluzione che potesse portare alla revoca dello sciopero dei mezzi pubblici proclamato dalla stessa sigla sindacale per giovedì 11 giiugno. "Abbiamo presentato ad Atm una piattaforma in 30 punti – spiega Signore al Giorno – dando la disponibilità a revocare lo sciopero nel caso fosse stata accolta anche una sola richiesta di modifica dell’accordo sottoscritto dagli altri sindacati per Expo: quella di rendere volontario per i lavoratori lo spostamento dei riposi maturati secondo il meccanismo delle ore a scomputo. Ma l’azienda ha detto no". Da qui la fine del confronto. Che succederà ora? Nel pomeriggio di ieri c’è stato, sempre a Palazzo Diotti, un secondo incontro. Stavolta tra il prefetto , il presidente di Atm, Bruno Rota, e i rappresentanti delle sette sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil comprese) che, a differenza della Cub, hanno invece partecipato alla trattativa per Expo e, come detto, firmato il relativo accordo. In questa sede Tronca ha voluto capire se il fronte sindacale che ha fin qui interloquito con Atm fosse ancora unito e compatto nonostante il buon esito dell’agitazione indetta ancora dalla Cub il 28 aprile scorso. Detto altrimenti: il Prefetto sembra abbia voluto avere dai sette sindacati garanzie sul clima che si respira tra i lavoratori in modo da provare a prevedere quanto lo sciopero di giovedì possa davvero attecchire, quanti disagi possa effettivamente procurare alla mobilità cittadina. È sulla base di questo confronto coi «sindacati del sì» che Tronca questa volta potrebbe anche decidere di non ricorrere alla precettazione dei lavoratori, come fatto, invece, in occasione dello sciopero indetto dall&r squo;Usb il 15 maggio scorso. Tra le sigle che hanno firmato l’accordo non manca, infatti, chi non ritiene necessaria la precettazione perché convinto che i numeri stavolta non sorrideranno ai “ribelli”.