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Milano
Scola, rinviata la successione. Il Vaticano pensa prima a Roma, poi a Milano

Prima Roma, poi Milano. La successione all’arcivescovo Angelo Scola, al momento dato in uscita perché dimissionario (ha compiuto 75 anni a novembre 2016, e 75 è l’età a cui i vescovi si devono dimettere), potrebbe durare ancora qualche mese. Questo perché, dicono ad Affaritaliani.it da Oltretevere, a Roma adesso si starebbe pensando prima di tutto a risolvere il nodo del Cardinale Vicario, ossia del cardinale che dovrebbe governare la Diocesi di Roma per conto del suo vescovo, che è il Papa.

Attualmente, il Cardinale Vicario è Agostino Vallini. Classe 1940, è dunque in regime di prorogatio da ben due anni ed è noto che Papa Francesco non ami liberarsi facilmente dei suoi collaboratori più apprezzati. Vallini ha saputo gestire il non sempre facile rapporto con l’amministrazione grillina dell’Urbe, provando a trovare un dialogo con la giunta guidata da Virginia Raggi. Ora, però, è tempo di cambiare: e i nodi sono due.

Il primo: intanto non si capisce se il successore di Vallini sarà un altro cardinale oppure si tornerà alla nomina di un arcivescovo, di fatto “abbassando” il livello ed il peso della nomina. Jorge Mario Bergoglio, si sa, è del resto refrattario alle figure giuridiche e delle norme non s’interessa molto. È quindi probabile che il Papa scelga un arcivescovo dandogli quindi questo prestigioso incarico. E naturalmente, se si passa a parlare di arcivescovi, i candidati aumentano. Su questo tema il Papa sta sondando il clero e i fedeli romani.

Il secondo nodo è, molto semplicemente, quale scelta potrà arrivare da Bergoglio. Questo Papa è abituato a sparigliare, ragion per cui molto spesso le sue decisioni cadono all’improvviso. Spesso decide da solo, non sempre consultando i dossier che la Curia prepara. E questo alle volte può portare a delle scelte non sempre felici.

Vedremo. Toccherà quindi a Roma spianare la strada per Milano. Che al momento, dunque, resterebbe in prorogatio almeno per qualche altro mese ancora. Del resto c’è di mezzo la nomina del nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana (già che ci siamo, un potenziale presidente potrebbe essere monsignor Franco Giulio Brambilla, il vescovo di Novara ma già allievo del cardinale Carlo Maria Martini in quel di Milano), che se venisse nominato in questi giorni potrebbe presentarsi all’elezione (i vescovi dovranno votare una terna all’interno della quale il Papa farà la sua scelta) in condizione di essere indicato con molti voti e arrivare anche alla guida della Conferenza, superando così anche Angelo Bagnasco, anch’egli in uscita. Se son rose fioriranno…

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