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Milano
Scola: "Il cattolicesimo politico è finito, ma l'impegno politico resta"

"Il cattolicesimo politico è finito e non lo reputo un male, ogni cosa ha il suo tempo, ma penso che è doveroso per i cristiani laici impegnarsi direttamente anche nella politica amministrativa e nazionale, consapevoli che siamo in una societa' plurale in cui raccontare, e agire nei fatti, come lo stile di vita implicato nella fede sia universalmente valido". Lo ha detto l'arcivescovo Angelo Scola a Tv2000 in merito all'impegno dei cattolici in politica anche in vista delle prossime elezioni comunali. "Da una parte - ha indicato Scola - si deve mostrare concretezza e decisione nell'affrontare i problemi, dalle buche nelle strade al problema tragico della casa, a quello delle periferie e delle fragilità, con il coraggio dei politici come Sturzo e i grandi fondatori dell'Europa, che partirono dal carbone e dell'acciaio. Bisogna partire dai bisogni della gente ma innervarli con un senso del vivere, con un significato di vita e una direzione del cammino", ha concluso.

"PERSONALITA' DA ALTRI MONDI? NON E' SEGNO NEGATIVO" - Scola ha proseguito il proprio ragionamento affermando che di per se' può non essere un segno negativo il fatto di fare ricorso a personalità che provengono da altri mondi, a condizione che questo sia funzionale alla ricostruzione di una modalità di partecipazione politica diretta. "Sarà il partito o qualche altra cosa, non è chiaro, però bisogna sicuramente andare nella direzione di fattori di rappresentanza efficaci. La Milano di oggi è un'avventura, una città tutta spalancata al futuro. Ci sono dinamismi in atto, certo ci sono ancora grandi contraddizioni dal punto di vista della fragilità, della povertà e dell'emarginazione, ma ci sono un gusto e una voglia che tocco con mano ogni giorno che fanno molto ben sperare. Tutto questo avra' frutto se insieme, a vari livelli, si perseguirà un senso, una direzione per la nuova Milano accettando un confronto appassionato con tutti".

"MILANO E LOMBARDIA, ACCOGLIENZA NEL DNA" - Scola ha parlato anche di immigrati e di accoglienza "La nostra società civile è vitale e il senso dell'accoglienza è un po' nel dna di Milano e della Lombardia, ma questo non significa che siamo arrivati all'estremo, l'Europa deve saper fare una proposta non soltanto nazione per nazione e non nella direzione di creare muri o fili spinati, ma nella direzione di un 'piano Marshall'. Ci sono segnali buoni dalla Germania che fanno da contrappunto ad altri", ma "bisogna che l'Europa produca un piano unitario" sul tema dell'immigrazione e dell'accoglienza.

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angelo scola







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