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Milano
Scorie nucleari dell'Ue a Ispra, il sindaco: "Chiesti chiarimenti al Jrc"
Il reattore nucleare di Ispra

Scorie nucleari dell'Unione europea in riva al lago d'Ispra? Esplode il caso nel Comune lombardo sulle rive del lago Maggiore, che ospita il centro europeo erede dell'Euratom, la vecchia agenzia per l'energia atomica europea che gestiva i due reattori nucleari. Proprio le attività legate ai due vecchi reattori hanno fatto sì che sino dalla fine degli anni Sessanta fossero prodotto rifiuti atomici, ma la novità che sta scuotendo ora il paese è la realizzazione del nuovo magazzino battezzato "Area 41" e che si teme possa ospitare sostanze di vario genere provenienti anche da altri Paesi dell'Unione Europea. Come riporta il Corriere, ieri la Lega Nord ha presentato in Regione Lombardia una interrogazione proprio per chiedere quali materiali saranno stoccati a Ispra. "Come rappresentante eletto dai cittadini della Provincia di Varese - ha spiegato il consigliere del Carroccio Emanuele Monti -, è mio dovere raccogliere il maggior numero di dati per poterli presentare alla gente — osserva Monti —. Questo perché i cittadini hanno il sacrosanto diritto di essere informati su cosa avviene a casa loro. E ciò vale in maniera particolare quando si tratta di decisioni provenienti da Bruxelles, prese da persone che presumibilmente hanno ben poca dimestichezza con il nostro territorio".

Alcuni sindaci della zona hanno chiesto al Jrc, il centro che oggi si occupa di ambiente, scienza ed emergenze meteo, che cosa si intenda fare. Ed il primo cittadino di Ispra Melissa De Santis, riferendosi anche ad un precedente articolo pubblicato il 10 giugno dal Sole 24 Ore, ha dichiarato: "Ho letto quanto pubblicato dal Sole24ore sabato 10 giugno  'A Ispra, sul Lago Maggiore, il secondo deposito per le scorie nucleari Ue'. L'articolo, per come è scritto, può lasciare spazio a dubbi e interrogativi. Per questo quindi immediatamente mi sono attivata chiedendo delucidazioni ai responsabili del JRC di Ispra sul deposito temporaneo costruito nel 2013. I responsabili del sito hanno ribadito quanto sempre dichiarato, ovvero che questo deposito accoglierà esclusivamente i rifiuti radioattivi del sito di Ispra, sia provenienti dalla attività di ricerca del passato  e ora collocati in un altro punto di stoccaggio interno, sia derivanti dalle attività di disattivazione e smantellamento delle strutture locali. Ho comunque colto l'occasione per chiedere ulteriori formali chiarimenti anche alla Commissione europea, al Ministero dell'Ambiente e all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ribadendo la nostra contrarietà a qualunque iniziativa che possa prevedere in futuro il trasferimento a Ispra di scorie provenienti dall'esterno. Abbiamo inoltre chiesto al Jrc di organizzare al piu presto una serata pubblica per illustrare la situazione a tutti i cittadini".

RICHIESTA DI RETTIFICA, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Area 40

Il deposito ISF (Interim Storage Facilty) è classificato come edificio 41m nel complesso chiamato Area 40, che raccoglie tutti gli impianti di gestione rifiuti radioattivi del sito di Ispra.

Il nuovo deposito

ISF è destinato ad ospitare temporaneamente (Interim) tutti e soli i rifiuti radioattivi prodotti dal sito di Ispra: sia i rifiuti già esistenti generati in 60 anni di ricerca (oggi ospitati da un vecchio deposito ormai saturo), sia quelli che saranno prodotti durante il programma di smantellamento degli impianti nucleari. Non è previsto l'arrivo di alcun rifiuto radioattivo da altri siti. I rifiuti stoccati in ISF verranno poi conferiti al deposito nazionale italiana, attualmente in fase di pianificazione, che sarà il deposito finale di tutti i rifiuti radioattivi attualmente dislocati in svariati siti sul territorio nazionale. La localizzazione del deposito nazionale non è ancora stata definita dal Governo Italiano.

Già espresso in precedenza, ribadiamo ulteriormente: ISF ospiterà esclusivamente i rifiuti del sito di Ispra, sia provenienti dalla attività di ricerca del passato e ora collocati in un altro punto di stoccaggio interno, sia derivanti dalle attività di disattivazione e smantellamento delle strutture locali e non riceverà alcun rifiuto di provenienza diversa.

Non è assolutamente il secondo più grande in Europa. Questo non è mai stato detto in conferenza stampa. Si tratta di un'interpretazione sbagliata del titolo dell'articolo apparso sul Sole 24 ore, dove veniva citato come il secondo deposito della UE. Ma non in termini di grandezza, bensì temporali. Essendo il primo deposito quello che ospita attualmente i rifiuti sul sito, ISF è semplicemente il secondo gestito dalla Commissione Europea. Tra l'altro è più grande del precedente. Non si è mai parlato di "secondo più grande".

ISF non è in competizione né in conflitto con il programma nazionale italiano; anzi ne è totalmente allineato. Accade lo stesso in altri siti nucleari italiani, i rifiuti attualmente presenti sono stoccati in depositi temporanei in attesa della disponibilità del deposito nazionale destinato ad essere la soluzione finale di tutti i rifiuti radioattivi italiani. Anche per il sito di Ispra, ISF è concepito per essere un deposito provvisorio per ospitare per un certo periodo (al massimo qualche decennio) tutti i rifiuti radioattivi prodotti dal sito. Quando il deposito nazionale sarà pronto, i rifiuti verranno ivi conferiti da ISF e sul territorio di Ispra non rimarrà alcuna traccia di radioattività connessa con le attività del JRC.

Rapporti col territorio

Il JRC di Ispra ha eccellenti relazioni con le autorità locali italiane, inclusa la Prefettura di Varese e I sindaci dei paesi limitrofi. Partecipano reciprocamente agli eventi organizzati, e si svolgono incontri regolari sulle varie tematiche che riguardano il Centro e di rilevanza per le aree limitrofe e non. In particolare ci preme sottolineare la tavola Rotonda EMAS, una iniziativa del JRC considerata una best-practice di comunicazione aperta e trasparente con le controparti sulle tematiche ambientali, per le quali il JRC è certificato con i maggiori standard. A questa tavola rotonda, con cadenza annuale, contribuiscono autorità locali e nazionali. Ai regolari Open Days del JRC vengono invitati sul sito giornalisti, autorità e scuole locali, per informarle sulle attività svolte al JRC. Un altro esempio della proficua collaborazione del JRC con le autorità, nonché del suo contributo alla comunità locale, è rappresentato dalla recente costruzione ad opera e sul suolo del JRC, della nuova caserma dei Vigili del Fuoco di Ispra.

Background

Il sito di Ispra, nato come centro di ricerca nucleare nazionale (del CNRN, oggi rinominato ENEA) alla fine degli anni '50 e poi ceduto all'Euratom, ha ospitato ricerche in campo nucleare da oltre 60 anni, anche se oggi si è molto diversificato e il nucleare è solo una parte del programma di ricerca del JRC. Il sito di Ispra ospita due reattori di ricerca, oramai spenti da oltre 30 anni, e altre installazioni di ricerca. Attualmente è in corso un programma di disattivazione degli impianti nucleari obsoleti che porterà alla demolizione di tali impianti ed al rilascio del sito senza alcun vincolo né radioattività residua. Il completamento del programma è previsto per la seconda metà degli anni 2030.

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