Milano
Skill mismatch nelle Pmi, la risposta di Cornerstone: Assessment, Reskilling e Talent Strategy su misura
Antonio Cassano, managing partner di Cornerstone International Italia: “Il mismatch di competenze non si risolve solo con nuove assunzioni. Serve una strategia che combini mappatura, formazione e valorizzazione dei talenti esistenti". L'intervista

Antonio Cassano, managing partner Cornerstone International Italia
Skill mismatch nelle Pmi, la risposta di Cornerstone: Assessment, Reskilling e Talent Strategy su misura
Nel cuore della trasformazione del lavoro, tra sfide digitali e carenza di profili tecnici, le piccole e medie imprese lombarde ed italiane si trovano ad affrontare un nodo cruciale: lo skill mismatch. A mancare, sempre più spesso, non sono solo i candidati, ma le competenze adatte a ruoli in continua evoluzione. In Lombardia, dove il tessuto produttivo è fitto e diversificato, il divario tra domanda e offerta di skill diventa un ostacolo concreto alla crescita. Ne parliamo con Antonio Cassano, Managing Partner di Cornerstone International Italia, esperto di sviluppo organizzativo e consulenza direzionale: “Il mismatch di competenze non si risolve solo con nuove assunzioni. Serve una strategia che combini mappatura, formazione e valorizzazione dei talenti esistenti”, spiega Cassano. “Anche nelle PMI con risorse limitate, è possibile costruire piani agili ed efficaci se si agisce in modo mirato”. Cassano racconta inoltre l’approccio di Cornerstone al tema, tra metodologie su misura, progetti per valorizzare le professionalità senior e strumenti per attrarre i giovani talenti nell’era dell’intelligenza artificiale. L'intervista.
Si parla spesso di mismatch tra domanda e offerta di competenze: quali sono oggi, secondo le vostre analisi, le maggiori esigenze riscontrate tra le PMI specialmente della Lombardia?
Le analisi di Cornerstone confermano che nelle PMI lombarde c’è un forte divario tra competenze richieste e quelle disponibili. Molte aziende lamentano carenze di profili tecnici e digitali (produzione, supply chain, informatica). Del resto, circa due terzi delle imprese italiane (oltre il 69%) segnala difficoltà a reperire figure tecniche adeguate. Per questo Cornerstone interviene su tre leve – diagnosi mirata, sviluppo interno e talent attraction – trasformando la “carenza di talenti” in occasione di rinnovamento organizzativo. In pratica, puntiamo a mappare esattamente quali skill mancano oggi e quali saranno critiche nei prossimi 12-24 mesi, per colmare subito i gap prioritari delle PMI lombarde. In questo senso ci aiuta anche la tecnologia: usare sistemi cosiddetti di People Analytics non è più costoso come una volta, ed anche le PMI possono accedervi grazie al nostro supporto.
Talent acquisition e skill mismatch: talenti e competenze ci sono e vanno fatti incontrare o bisogna formarli?
Il mismatch di competenze richiede entrambi gli approcci. Da un lato, in Lombardia esiste un serbatoio di talenti spesso non intercettati dai canali tradizionali (per esempio professionisti senior disoccupati o in ricerca), che deve essere fatto incontrare alle imprese. Con iniziative come “Cornerstone Over Fifty ©” attiviamo percorsi di talent acquisition non convenzionali, valorizzando professionalità over 50. Dall’altro, molte skill oggi mancanti vanno formate internamente. Noi di Cornerstone progettiamo percorsi di reskilling e upskilling on the job, affiancando imprenditori e manager nella crescita delle competenze tecniche e digitali già in azienda. In sintesi, cerchiamo i talenti dove sono disponibili e, contemporaneamente, ne sviluppiamo le competenze con formazione mirata.
Uno dei vostri pilastri è l’assessment: in cosa si differenziano i vostri strumenti di diagnosi rispetto agli approcci più tradizionali?
I nostri assessment sono costruiti su misura perché ogni azienda ha una propria specificità. Usiamo metodi come la “mappatura dinamica delle competenze” e conduciamo interviste e strutturate mirate a comprendere le reali esigenze del business. Del resto, da imprenditore di una PMI, so quanto sia importante avere le giuste persone a bordo. Infatti, abbiamo sviluppato una nostra metodologia di analisi organizzativa rapida ma potente che abbiamo chiamato “Scouting Organizzativo ©”, attraverso la quale, in poco tempo, individuiamo con precisione, sia quali siano le necessità dal punto di vista dei processi, sia le skill mancanti o da potenziare. Il vantaggio per l’imprenditore di averci a bordo è dato dall’essere una squadra di partner che provengono da esperienze molto solide di gestione di impresa. Del resto, visto che abbiamo condotto oltre 20.000 valutazioni negli ultimi 10 anni, abbiamo sviluppato una straordinaria competenza che mettiamo volentieri a disposizione dei nostri clienti.
Come si costruisce una strategia su misura per una PMI che ha risorse limitate e tempi operativi ristretti?
Con risorse e tempi limitati, una strategia efficace deve essere snella e focalizzata sui bisogni essenziali. In primo luogo, privilegiamo interventi ad alto impatto e ad al giusto costo. Per esempio, la formazione viene erogata soprattutto in modalità esperienziale ed attraverso tecniche di coaching, evitando di interrompere l’operatività. Scegliamo pochi obiettivi chiave e costruiamo un piano di crescita iterativo. Inoltre, spingiamo le PMI a sfruttare bandi e agevolazioni dedicate (come il programma “Competenze&Innovazione” di Regione Lombardia o i Fondi Interprofessionali, o i Voucher per Dirigenti). In questo modo anche una piccola azienda può attivare rapidamente un percorso su misura, massimizzando il budget disponibile e ottenendo risultati concreti in tempi brevi.
Dalla azienda manifatturiera di provincia alla tech company urbana: come individuare i bisogni specifici – anche futuri – di realtà molto differenziate ed eterogenee?
Ogni impresa ha bisogni propri e il nostro approccio lo riflette. Applichiamo la stessa metodologia di base – mappatura delle skill contestualizzata – ma la calibriamo in base al settore e al modello di business. Ad esempio, nelle PMI manifatturiera dedichiamo attenzione principalmente ai responsabili di produzione e di linea per identificare le competenze tecniche, i ruoli critici o le necessità organizzative e di processo. In una tech company, invece, coinvolgiamo i team di sviluppo per capire le esigenze di miglioramento della capacità di innovazione.
A proposito di Iniziative di Talent Attraction non convenzionali: con il progetto “Cornerstone over Fifty” proponete una valorizzazione attiva delle professionalità senior. Quale è il valore aggiunto che i cinquantenni sanno portare all'interno delle PMI?
Il progetto “Cornerstone Over Fifty” si basa proprio sul riconoscimento del valore unico delle risorse senior. I lavoratori oltre i 50 anni portano con sé esperienza pluriennale, conoscenze tecniche consolidate e capacità di mentorship che nelle PMI permettono un inserimento rapido e di qualità. Grazie a questo intervento mirato riusciamo a ridurre drasticamente i tempi di copertura di posizioni critiche. Per esempio, un responsabile di produzione cinquantacinquenne con una lunga carriera alle spalle entra in azienda già pronto all’uso e contribuisce subito con idee operative, supportando anche i colleghi più giovani. In sintesi, i senior offrono alle PMI un bagaglio di know-how e stabilità preziosi: Cornerstone li valorizza affinché diventino leve di innovazione sostenibile per l’impresa.
Trasformazioni digitali e nuove aspettative dei lavoratori, specie quelli più giovani: come cambiano le dinamiche di talent attraction negli ultimi anni?
La transizione digitale e il cambiamento generazionale hanno reso la talent attraction molto più focalizzata su innovazione e valori aziendali. Oggi i giovani professionisti si aspettano ambienti flessibili, ricchi di stimoli tecnologici e con percorsi di carriera chiari. Dati recenti mostrano che circa il 29% degli italiani vorrebbe cambiare lavoro entro pochi mesi, citando sviluppo professionale e work-life balance tra le motivazioni principali. In risposta, le PMI devono modificare la propria value proposition: promuovere progetti di trasformazione digitale, smart working e sostenibilità per attrarre candidati. Ad esempio, Cornerstone supporta le aziende con programmi come “AI & Human Transformation”, insegnando in pratica ai manager e ai team come integrare l’intelligenza artificiale nel lavoro quotidiano senza perdere la dimensione umana. In sostanza, per attirare i talenti più giovani è ormai fondamentale offrire ambienti ibridi con tecnologie avanzate, formazione continua e una mission aziendale credibile.