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Smog a Milano, Comazzi (FI): "Sala sfugge da un problema reale"
Gianluca Comazzi

Smog a Milano, Comazzi (FI): "Sala sfugge da un problema reale"

"Milano non sarà la terza città più inquinata al mondo, ma la situazione è tutt’altro che rosea" secondo il consigliere comunale e assessore regionale Gianluca Comazzi. Per l'esponente di Forza Italia, intervistato da Affaritaliani.it Milano, il Comune dovrebbe fare una campagna informativa sui rischi dell'inquinamento "e condividere i dati sulla qualità dell'aria con il pubblico". E comunque "sarebbe ora che l'amministrazione si assumesse le proprie responsabilità su Area B e C", anche in relazione alle proteste dei sindaci dell'hinterland: "Penso che il sindaco Sala abbia ragionato solo come primo cittadino di Milano, ignorando il resto del territorio di sua competenza". L'intervista

Comazzi, sta facendo discutere la classifica di un ente non certificato.

L’aria a Milano è effettivamente inquinata, su questo non ci piove. La reazione del sindaco Sala mi è sembrata un tentativo di sviare un problema che da anni sappiamo esiste. Può sostenere che la classifica stilata da un ente privato non sia affidabile, ma al momento la situazione è comunque critica: i dati di Arpa riguardo i livelli di PM10 segnalano un valore che è più del doppio rispetto gli standard di qualità dell’aria stabiliti. Il limite giornaliero è fissato a 50, ma domenica scorsa Arpa ha misurato un livello di 136. Noi, come Regione Lombardia, stiamo affrontando il problema inquinamento con politiche concrete.

I dati dimostrano che alcune misure non funzionano?

Area B e C ci sono state spacciate come panacea per salvare Milano dall’inquinamento. I dati invece confermano l’opposto. Si sono rivelate misure inadeguate e incapaci di affrontare concretamente il problema. Area B e C sono state pensate come misure per far cassa sulle spalle di cittadini e lavoratori, non per contrastare l’inquinamento. Sarebbe ora che l’amministrazione si assumesse le proprie responsabilità a riguardo.

Misure come questa andavano concordate con i sindaci dell'hinterland?

Sala è sindaco non solo della città di Milano, ma anche dei territori della Città Metropolitana di Milano e Area B e C sono misure che impattano significativamente sulla mobilità e sull’accessibilità dei territori circostanti. E, quindi, non coinvolgono solo i residenti di Milano. Il dialogo e il coordinamento tra enti sono necessari. Non coinvolgere il territorio è stato un passo falso.

Il Comune dovrebbe avvertire i cittadini sui rischi dell’inquinamento?

Ritengo sia necessario, si tratta comunque di un problema di salute pubblica che coinvolge tutta la cittadinanza, soprattutto i bambini. Molte persone potrebbero non essere pienamente consapevoli dei livelli di inquinamento e dei pericoli associati: una campagna di informazione aumenterebbe la consapevolezza di tutti. In questa direzione, sarebbe anche auspicabile che il Comune condividesse i dati sulla qualità dell’aria con il pubblico, così da tenere la cittadinanza informata, ma tutti conosciamo la lentezza burocratica che affligge l’amministrazione.

Servirebbe un piano di efficientamento degli edifici, a partire da quelli comunali?

Assolutamente sì. Gli edifici inefficienti contribuiscono significativamente alle emissioni inquinanti. Non è una novità che le caldaie a Milano siano spesso obsolete. Ciò che è mancato sono politiche di incentivi sistemiche, aiuti concreti ai cittadini per ovviare al problema: non tutti possono permettersi di cambiare la propria caldaia, è una spesa ingente che per alcuni non è economicamente sostenibile. L’efficientamento degli edifici pubblici procede a rilento, ma pensiamo anche a quei privati che non possono sostenere questo cambiamento.








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