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Smog: MobilitAria, verso livelli pre-Covid, Milano maglia nera

Smog: MobilitAria, verso livelli pre-Covid, Milano maglia nera

L'esplosione della pandemia da covid-19, all'inizio dello scorso anno, aveva inizialmente ridotto il traffico delle citta' e di conseguenza anche l'inquinamento. Ma nella seconda meta' dell'anno le emissioni legate al settore della mobilita' sono tornate ad aumentare, con il rischio di un ritorno ai livelli pre-covid. I centri grandi e medi si riorganizzano per essere sempre piu' "green" puntando su reti ciclabili, micromobilita' e sul trasporto pubblico. Tuttavia, la crisi che sta vivendo il trasporto pubblico, la sospensione delle Ztl vanifica parte degli sforzi messi in campo. I dati non aiutano a lasciar ben sperare la rincorsa contro il tempo verso la decarbonizzazione delle citta' italiane che faticheranno sempre piu' ad essere in linea con le altre capitali europee: entro il 2030 tutto il Vecchio Continente dovra' tagliare il 55% delle emissioni climalteranti. Ma a questo ritmo il target rimane irraggiungibile. Sono questi i principali temi del quarto Rapporto "MobilitAria 2021", realizzato da Kyoto Club e dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA), che analizza i dati della mobilita' e della qualita' dell'aria al 2020 nelle 14 citta' metropolitane e nelle 22 citta' medie italiane che hanno approvato i PUMS. 

Nel merito del NO2 in tutte le citta' si registra una riduzione delle concentrazioni, ad esclusione della sola citta' di Milano; tale decremento e' connesso con la riduzione delle emissioni del comparto mobilita' soprattutto nei primi mesi di lockdown dovuto alla epidemia da covid-19. La riduzione delle concentrazioni rimane comunque evidente anche nei mesi successivi del 2020. Le maggiori riduzioni delle concentrazioni medie sono state registrate nella citta' di Cagliari (-38%) e Catania (-37%) a cui segue Palermo con un -31% rispetto al 2019. La citta' di Milano risulta invece essere in controtendenza in quanto nel 2020 ha riportato un incremento del 7% rispetto all'anno precedente. Nel 2019 invece le citta' con un numero di ore superiori alle 18 ammesse erano Roma, Torino, Milano e Napoli. Se per la concentrazione media annua del PM10 in tutte le citta' analizzate i valori nel 2020 risultano essere al di sotto dei limiti, permangono invece ancora diverse citta' che superano piu' di 35 volte il limite giornaliero del PM10 nell'arco di un anno. La situazione piu' critica si riscontra anche nel 2020 nella citta' di Torino (98 superamenti), seguono Milano con 90, Venezia con 88, Napoli con 57 e Cagliari con 38; anche Bologna e Roma, dopo rispettivamente 2 e 3, anni tornano a superare il limite. Le concentrazioni di PM2,5 non indicano criticita' per nessuna delle citta' analizzate. "Questa fase di sospensione della normalita' puo' essere impiegata per la pianificazione di una mobilita' davvero sostenibile che prenda vita anche grazie alle ingenti risorse destinate al futuro del Paese", dichiara il Direttore del CNR-IIA Francesco Petracchini. "Nonostante le azioni intraprese per migliorare la qualita' dell'aria in tutto il territorio dell'Unione, gli standard di qualita' fissati dalla normativa vigente sono ancora superati in vaste aree del territorio italiano. Occorre accelerare sulle misure e prepararci alla revisione della normativa verso nuovi limiti e inquinanti, agire per l'adozione della strategia nazionale sull'inquinamento atmosferico e potenziare gli studi scientifici per la comprensione delle cause e dell'effetto dell'inquinamento atmosferico sul nostro territorio"

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