Pierfrancesco Majorino
STILE 6
Arriva al confronto con Giuseppe Sala vestito come d’ordinanza: vestito scuro e cravatta. Non adotta mai, ormai da anni, il radical chic style, e fa bene. Non sarà proprio “de sinistra”, ma almeno non si conforma. Il suo staff l’ha preparato bene, risponde sempre con una battuta, riesce a indurire i toni quando occorre e a ricorrere all’ironia quando deve.
DISCORSO 8
Tocca i temi che scaldano il suo pubblico. Chiama l’applauso contro Comunione e Liberazione, svicola bene quando parla di Renzi, sulle case popolari dice le parole d’ordine. Funziona, e infatti la sala applaude. Se non fosse che la radicalità per i milanesi non sempre è un valore elettoralmente spendibile…
IDEE 7
Lo scenario globale è di ancora povertà abbastanza evidente nelle proposte. Vale per tutti ed è normale, è l’inizio della campagna per le primarie che è l’inizio del lungo iter per la campagna elettorale. Tuttavia Majorino la sua la dice. E’ un politico, e si vede.
IN SINTESI
Politico.
Francesca Balzani
STILE 9
Giacchetta sopra una maglietta, scarpe con il tacco ma non troppo. Il suo non è un confronto pubblico, ma il suo staff ha lavorato benissimo per rendere il suo evento un vero e proprio show. Ricco, curato, senza intoppi. Geniale la mossa finale di chiamare il pubblico a una sorta di mini-flash mob perfetto per i giornali del giorno dopo che pareggia i conti con la foto di Giuseppe Sala e degli assessori della giunta Pisapia.
DISCORSO 6
Volutamente breve, insiste troppo sul concetto di bilancio, che rendere “sexy” (in senso politico) è una sorta di mission impossible. Chiama l’applauso più volte per Giuliano Pisapia e non cita mai il Partito Democratico. Mossa tattica che potrebbe essere un boomerang: Pisapia vinse anche perché proprio parte del Pd si spaccò e sostenne l’avvocato contro l’architetto. Comunque “la Francesca” parla bene e si muove bene nel mondo dei comitati di Limonta (leggermente evidente per stazza e colore della maglia: rosso comunista).
IDEE 6
Nella povertà globale di idee, Balzani ripercorre quanto già detto e non aggiunge nulla più. Il programma ci sarà, ed è certo. Però per adesso emerge poco. Vale il discorso fatto per gli altri: le primarie per adesso sono troppo tattiche e poco soddisfacenti, almeno a livello di politica.
IN SINTESI
Organizzata.
Giuseppe Sala
STILE 5
Al di là del look, tipico per il commissario, è solo il primo dei problemi. Dove è finito il numero uno di Expo brillante, che si muove a suo agio? Dove è finito lo staff rodato, veloce, competente? Deglutisce più e più volte, esegue metodicamente una captatio benevolentiae nei confronti di Majorino, il quale ha gioco semplice a impallinarlo quando può.
DISCORSO 5
Non è a suo agio, e si vede. Non gioca nessuna delle carte che potrebbe giocare: né l’orgoglio di Milano, né il fatto che è milanese doc e può rivendicarlo (Balzani, ad esempio, è di Genova), né il fatto che ha fatto fare il Gay Pride sul Decumano. Rivendica, ma in modo un po’ ripetuto e forse troppo indelicato, il fatto che gli assessori di Pisapia lo sostengono. Sembra poco preparato non sui temi, ma su quello che lo aspetta nella sfida delle primarie (colpi alti e bassi, discorsi di politica, sezioni rosse, istinti arancioni etc etc).
IDEE 6
Non è un politico, e si vede. Vale il discorso inverso rispetto a Majorino. Il problema è che una campagna elettorale qualche “sogno” deve anche prevederlo. E invece prevale la prudenza. L’uomo sembra contratto. Ripetiamo: dove è finito il Beppe che faceva sognare l’Italia e il mondo con l’Expo? E’ il favorito nella corsa delle primarie, ma deve accendere i motori.
IN SINTESI
Inespresso.
Giuseppe Sala, Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino