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Milano
Tutti gli uomini dell'ex presidente. Rota-Sala, la contesa non finisce

Dicono che quando se ne è andato si è portato via scatoloni di documenti. Del resto, Bruno Rota, l'ex presidente di Atm, quando comincia una cosa, difficile che non la porti in fondo. E difficile che non si munisca di pezze d'appoggio per difendere il proprio operato in qualunque sede. Sono famosi i suoi lunghi risentimenti, ad esempio con Filippo Penati, con riscontri documentali. 

Ora Rota è andato a Roma, nominato direttore generale dell'Atac dal sindaco Virginia Raggi. Un esodo programmato da tempo, ma non privo di polemiche. E che anzi ha generato negli attori della lite (Sala, Tasca, Rota) attriti e risentimenti. E figliato astio che pare proprio, secondo rumors, non placarsi. Anzi, si rinfocola perché proprio Rota viene additato (a torto o a ragione) come "fonte" di una serie di polemiche che hanno riguardato, ad esempio, l'arrivo del suo successore (che lui aveva mandato via), ovvero Arrigo Giana. Giana è in uscita da Cotral, e quando arriverà a Milano metterà le mani proprio in una situazione completamente governata e gestita da Rota. 

Rota oggi è difeso da diversi esponenti politici. Al punto che non è un segreto che SinistraxMilano, la ex Sel, vicinissima a Pisapia (che difende Rota, ovviamente), non abbia concordato preventivamente il durissimo attacco lanciato dal consigliere comunale Paolo Limonta contro Arrigo Giana. In questi giorni poi ha suscitato scalpore, tra gli addetti ai lavori, la diffusione di un comunicato recentissimo di Basilio Rizzo e del Movimento 5 Stelle (che ovviamente adesso sono pancia a terra con l'ex dg) relativo ai conti di "Clear Channel", che richiamava guarda caso un altro comunicato, durissimo, sempre su Clear Channel, relativo ai tempi di Rota. Un altro dei fedelissimi di Rota pare essere Manfredi Palmeri. Il consigliere, della lista civica di Parisi, è intervenuto in commissione più volte sparando a palle incatenate. Tanto quanto, nel passato, lo ha fatto Diana De Marchi, consigliera del Partito Democratico. In più ci sarebbe la compagine che pensò addirittura di lanciare il ballon d'essai di Rota candidato sindaco per "stanare" l'allora grande capo di Expo (e oggi nemico di Rota) Beppe Sala. Insomma, fiutando l'aria che si respira tra Foro Bonaparte e Palazzo Marino, pare proprio che la contesa non sia affatto finita con l'abbandono (della città) da parte di uno dei contendenti.

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