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Milano
Unioni gay negate: il caso di Gallarate e il paradosso di Legnano

"Riconosco i diritti degli omosessuali, ma non mi sento di celebrare l'unione tra due persone dello stesso sesso. E lo stesso credo che valga per i componenti della mia giunta". Così il 33enne neosindaco di Gallarate Andrea Cassani, eletto con l'appoggio di Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e di alcune liste civiche, ha spiegato il suo rifiuto di celebrare l'unione tra due gay. Che per celebrare dovranno ora rivolgersi a qualche altro Comune, probabilmente Milano.

Sulla scelta del sindaco monta la polemica. Ma crescono anche gli attestati di solidarietà da parte di esponenti politici di centrodestra. Così Riccardo De Corato, Fdi: "Esprimiamo pieno sostegno al sindaco di Gallarate Andrea Cassani, che fa bene a non celebrare i matrimoni gay se non se la sente: l'obiezione di coscienza e' un suo diritto. Capiamo la sua difficolta', dato che siamo da sempre in prima linea in favore della famiglia tradizionale. Ci sembra di capire che adesso la coppia che intendeva sposarsi a Gallarate abbia deciso di farlo a Milano - aggiunge De Corato -: qui trovera' sicuramente una calda accoglienza, visto che le politiche del centrosinistra in tema della famiglia sono arrivate addirittura a trasformare "mamma" e "papa'" in "genitore1" e genitore2" nei fogli per l'iscrizione a scuola".

Il segretario della Lega Paolo Grimoldi ha invece commentato: "Bene ha fatto il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, ad esercitare il suo diritto di obiezione di coscienza rifiutandosi di celebrare un matrimonio tra due uomini dello stesso sesso, delegando tale incarico ad un assessore della sua giunta. Come Lega Nord sosteniamo il diritto dei nostri sindaci ad esercitare la loro scelta di obiezione di coscienza rifiutandosi di sposare persone dello stesso sesso”.

"Ma quale obiezione di coscienza, qui si viola una legge e basta". Cosi' commenta il segretario e consigliere regionale del Pd Alessandro Alfieri. "Le unioni civili sono una legge dello Stato e come tale un amministratore deve rispettarla - attacca -. La Lega smetta di cercare pubblicita': se il sindaco di Gallarate o i suoi colleghi della Lega non se la sentono di rispettare la legge, sulla quale giurano, nessuno li costringe a terminare il mandato".

IL PARADOSSO DI LEGNANO - Ma sul tema delle unioni gay tiene banco anche il caso di Legnano, dove due donne di trenta anni hanno visto il loro proposito di unirsi arenarsi di fronte ad una lunghissima serie di obiezioni normative e difficoltà tecniche. Il sindaco, l'esponente del Pd Alberto Centinaio, si è dichiarato all'oscuro dell'intera vicenda, dando la colpa ai funzionari comunali. Ma nel frattempo le due donne si sono rivolte al sindaco della vicina città di Parabiago, a trazione leghista. E pare che il primo cittadino "lumbard" Raffaele Cucchi si sia detto disponibile a celebrare l'unione.

Commenta la paradossale vicenda Diana De Marchi, Consigliera Pd del Comune di Milano e Presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili: "Il Sindaco di Legnano, primo cittadino del Pd, ha esitato a celebrare l'unione civile di Elena e Marta (nomi di fantasia, ndr) che hanno fatto la richiesta nel suo Comune, come previsto dalla legge. Ha attribuito la responsabilità ai funzionari  adducendo come motivazione la mancanza dei moduli necessari ,che avrebbero dovuto solo essere richiesti per tempo, come fatto dal Comune di Milano. Certo il periodo estivo, la mancata comunicazione tra funzionari e primo cittadino, sono attenuanti che dobbiamo prendere in considerazione, ma la legge sulle unioni civili è una tale conquista di civiltà che l’esempio della città di Milano  (tra le prime a preoccuparsi di raccogliere le prenotazioni per arrivare preparata e organizzata) dovrebbe essere seguito da tutti. Vorrei che nel mio partito non accadessero più fatti gravi come questo e attendo chiarimenti da parte del Sindaco. Elena e Marta si uniranno civilmente nel limitrofo comune di Parabiago a guida leghista. Un vero paradosso: Matteo Salvini annuncia ai quattro venti la disobbedienza dei suoi amministratori alla norma e il primo cittadino di Parabiago, Raffaele Cucchi, non si attiene alle direttive del suo Segretario e da immediata disponibilità ad applicare la legge, approfittando delle esitazioni del vicino sindaco del Pd. Chiedo, pubblicamente, in qualità di Presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili, al Sindaco di Legnano, di assumersi le proprie responsabilità e di organizzare immediatamente la celebrazione delle nozze".

LA NOTA DEL COMUNE DI LEGNANO
"Non sappiamo tramite quali canali il sindaco Raffaele Cucchi sia venuto a conoscenza dell’esistenza delle due giovani e della loro intenzione di legare le loro vite mediante un’unione civile. Ci auguriamo che in futuro il primo cittadino di Parabiago abbia però l’accortezza di verificare con grande attenzione le notizie che gli vengono sottoposte per un commento. Al di la delle differenti militanze politiche, la correttezza istituzionale nei rapporti tra sindaci suggerirebbe una maggiore prudenza. Tornando nel merito della vicenda, gli addetti all’Ufficio Matrimonio ed i funzionari responsabili del settore, a partire dall’entrata in vigore della Legge Cirinnà (29 luglio 2016), hanno predisposto la modulistica per la ricezione delle richieste e hanno contestualmente chiesto alle tipografie autorizzate dal Ministero dell’Interno la stampa dei registri necessari alla stipulazione degli atti. Ad oggi possiamo affermare che il completamento dell’iter burocratico è quasi arrivato al traguardo al punto che tra qualche settimana sarà già possibile dare concreta risposta alle quattro coppie che hanno fatto richiesta a Legnano, tra le quali le due giovani al centro - a loro insaputa - di questa sgradevole bufala. I Comuni italiani, ad oggi, stanno adeguando i propri regolamenti a quanto stabilito dalla legge. Sinteticamente si possono suddividere in tre categorie: coloro che non hanno avviato alcun iter (e ci risulta che Parabiago sia tra questi), coloro che hanno già predisposto la modulistica necessaria e stanno per concordare le date delle prime unioni (Legnano) e coloro che, forzando i tempi, hanno già formalizzato alcune unioni. Si ricorda che Legnano è stato il primo Comune dell’Alto Milanese ad avere regolamentato le unioni civili con un apposito testo approvato dal Consiglio comunale il 15 ottobre 2013 ed entrato in vigore il 2 gennaio 2014".

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