Università, la Statale ricorre al Consiglio di Stato sull'annullamento test
Ricorso al Consiglio di Stato per una decretazione d'urgenza contro l'ordinanza del Tar del Lazio
Universita': Rettore Statale Milano, ricorso Consiglio di Stato
Il rettore dell'Universita' Statale di Milano, Gianluca Vago, durante una conferenza stampa, ha annunciato che fara' ricorso al Consiglio di Stato per una decretazione d'urgenza contro l'ordinanza del Tar del Lazio che ha sospeso il numero programmato nei corsi di laurea umanistici. "Il dispositivo del Tar - ha detto Vago - pone una serie di problemi di interesse nazionali. Molti atenei italiani hanno gia' introdotto il numero programmato in materie umanistiche e quindi, a differenza di cio' che dicono alcuni, noi non saremmo stati i primi". Il rettore dell'Universita', poi, sottolinea che alla luce "di questa ordinanza ci sono corsi di laurea in Universita' italiane che avrebbero introdotto illegittimamente il numero programmatico". Per quanto riguarda gli studenti che hanno fatto domanda per accedere ai corsi di laurea umanistici dell'Universita' Statale, 4.200, attualmente, data l'ordinanza del Tar, sono ammessi tutti con riserva.
Il rettore ha tenuto a sottolineare che ci sono 4.200 domande di cui il 15% multiple per 3.050 posti "e probabilmente nessuno sarebbe rimasto fuori". Se l'Universita' Statale dovesse perdere il ricorso al Consiglio di Stato, automaticamente sarebbe costretta a riaprire le iscrizioni ai corsi di laurea ai quali era stato posto il numero programmato poi sospeso dal Tar. Secondo Vago ci sarebbe una dicotomia tra due interpretazioni di accesso all'universita': "Per alcuni non ci dovrebbe essere mai nessun numero programmato, e per altri invece l'accesso deve essere modulato rispetto alle risorse docenti e, aggiungo io, alle risorse di spazi". Senza numero programmato l'Universita' Statale avrebbe dovuto aggiungere 31 docenti a quelli attuali. Vago infine, ha tenuto a sottolineare che il numero programmato e' stato fatto "con la convinzione di dare maggiore qualita' a questi corsi. Non sono d'accordo con la decisione del Tar e continuo a ribadire che la nostra ipotesi fosse di buon senso".