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Milano
Urbanistica, Colombo Clerici (Assoedilizia): "Molti cantieri a rischio"
Achille Colombo Clerici

Urbanistica, Colombo Clerici (Assoedilizia): "Molti cantieri a rischio"

“La situazione di parecchi cantieri potrebbe diventare a rischio di illegittimità, con notevoli danni per le imprese e per i promissari acquirenti che abbiano già saldato o versato cospicui acconti”. Lo paventa l'avvocato Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia Milano in un colloquio con Affaritaliani.it Milano a proposito delle inchieste delle magistratura milanese che riguardano l'urbanistica.

Sono sei le inchieste in corso: quali altre conseguenze potranno avere sul settore edilizio?

Le inchieste sono sei ma sono a rischio di indagine circa 140 pratiche edilizie avviate con una semplice Scia, e in qualche caso si tratta di immobili già edificati e a rischio sequestro, benché sinora la magistratura non abbia fatto ricorso a questo provvedimento. Se i chiarimenti porteranno a fare sì che siano considerate illegittime le Scia sinora presentate è evidente che, per quanto possibile, andranno presentate richieste di altri titoli abilitativi; ma, ripeto, la situazione di parecchi cantieri potrebbe diventare a rischio di illegittimità.

Ci sarà un rallentamento generalizzato sulle nuove costruzioni?

In questo momento molti cantieri, ma soprattutto gli uffici comunali, hanno rallentato in attesa che con si dettino regole precise entro le quali la Scia possa essere considerata titolo adeguato a svolgere i lavori. La prudenza non è mai troppa. Di fatto stanno andando avanti solo lavori urgenti e per i quali siano stati ottenuti permessi di costruire o realizzati piani attuativi, come gli alloggi per gli atleti (e futuri studentati) nell’ex scalo Romana.

Questo potrebbe generare una pressione sul mercato portando ad un ulteriore aumento del costo del mattone?

Le tipologie delle nuove edificazioni in corso risponde, nella maggioranza dei casi, a una domanda precisa e qualificata che in alcune situazioni potrebbe dar luogo a ripensamenti o (a stato avanzato dei lavori eventualmente dichiarati illegittimi) subire danni a causa di contenziosi lunghi e difficili; ma le imprese più robuste potrebbero ripartire rapidamente sulla base delle nuove regole verificate dalla magistratura e assunte dal Comune.

Milano rimane una città giovanissima e immensa, per citare il titolo di uno dei suoi libri?

Milano, nell’era della globalizzazione, è diventata la punta di diamante del sistema Italia: ha l’onere e la responsabilità di condurre il Paese nella competizione globale. La milanesità è un valore culturale che dobbiamo sempre aver presente e che deve ispirare la vita della nostra città. Milano, da città fordista connotata da grigiore, è diventata una città umanistica, ricca di coloriture culturali, artistiche, sociali, affascinante ed à la page. proiettata nella competizione globale.

Da cosa deriva la grande resilienza di Milano?

Dipende soprattutto dalla sua cultura, imperniata su un pragmatismo operoso di stampo illuministico giansenista, teso al risultato: quell’achievement che ormai è diventato l’elemento ispiratore di tutta la politica dell’Unione Europea. Lo sviluppo economico deve quindi considerarsi un fattore di produzione di risorse, senza le quali la città non può assolvere al suo compito culturale e sociale, sul piano della solidarietà e della inclusività.

Il futuro di Milano (che, non dobbiamo dimenticare, assolve anche al compito di finanziare il sistema Italia; si vedano i dati del c.d. residuo fiscale) come città competitor a livello internazionale, si gioca principalmente sullo scacchiere economico per superare la endemica debolezza del nostro Paese, in tema di finanziamenti esteri.

Secondo dati UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e sullo sviluppo) l’Italia, già fra gli ultimi Paesi europei quanto ad IDE (investimenti diretti esteri nella nostra economia a livello strutturale), ha visto nel 2020, rispetto al 2019, il crollo del 100% di tali investimenti, al pari dell’U.K. ma contro un calo del 61% in Germania e del 39 % in Francia. Mentre invece gli investimenti esteri di portafoglio (che sono investimenti nei nostri beni) nel periodo immediatamente post-pandemico erano calati mediamente del 15/20%. Oggi, secondo recenti dati, Milano è cresciuta in termini di investimenti esteri ed è stata l’unica città in Europa, insieme a Berlino, ad avere superato i livelli pre-covid.

Ma la nostra città, pur presentando una performance migliore di quella nazionale, non raggiunge comunque gli standard delle altre città europee dirette competitrici.

Quali sono le misure da adottare?

La politica da seguire quindi (un vero imperativo categorico) è quella di attrarre investimenti stranieri per innescare il virtuoso circolo economico dell’investimento che attrae altri investimenti, attività, funzioni e presenze. Non solo quindi conquistare e gestire utilmente i fondi del PNRR con i quali Milano potrà già far molto, ma conquistare investimenti esteri privati.

Sullo scacchiere internazionale, non si può sottacere che anche la U.E. non solo non ci aiuta nel compito, ma finisce per ostacolarci, in forza di alcuni meccanismi di formazione delle decisioni europee che si sono nel tempo distorti e producono effetti distorcenti. Ad esempio, a seguito della perdita di ruolo della Commissione europea a favore del Consiglio europeo, le scelte finiscono per basarsi sulla composizione degli interessi confliggenti (espressi da atti politici) dei singoli stati, anziché sull’interesse unionale perseguito dalla Commissione.

Non abbiamo dimenticato la vicenda di EMA-Agenzia europea per i medicinali destinata a Milano che ci è stata soffiata all’ultimo momento a favore di Amsterdam proprio a causa di una maldestra decisione politica. Bene su questa linea, dunque, l’assegnazione a Milano della terza sede del Tribunale Europeo dei Brevetti.








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