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Vaccini, privati e convenzionati esclusi. Snami: "No ai medici di serie B"

Vaccini, privati e convenzionati esclusi. Snami: "No ai medici di serie B"

Continuano le polemiche sui vaccini antinfluenzali in Lombardia. Poche dosi a disposizioni, gare di aggiudicazione andate a vuoto. Insorgono anche i medici privati e convenzionati esclusi dalle vaccinazioni. «Si ripete, a distanza di qualche mese, la discriminazione che ha colpito i medici di base a cui inizialmente, nel pieno della pandemia Covid 19, non sono stati forniti camici e mascherine, trovandosi costretti a operare “a mani nude”, mettendo in pericolo la propria vita». La Regione Lombardia esclude dalla campagna vaccinale antinfluenzale i sanitari dipendenti delle strutture ospedaliere private e private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. «Una decisione miope, che crea un’inaccettabile disparità di trattamento tra medici, in egual modo impegnati a fronteggiare l’emergenza Covid», spiega Maria Teresa Zocchi, vicepresidente Snami Milano ed esponente di Riscatto Medico il cartello sindacale maggiormente rappresentativo tra medici di medicina generale, pediatri, libero professionisti, di continuità assistenziale e specialisti ambulatoriali.

Novità preoccupante, visto che negli anni scorsi Palazzo Lombardia aveva sempre garantito il vaccino anche ai privati. «Per le aziende ospedaliere private e private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale, si pone il problema di reperire le dosi del vaccino da somministrare a medici e infermieri. Dosi oggi praticamente introvabili anche a pagamento», continua Zocchi.

«Si ripete, a distanza di qualche mese», incalza Zocchi, «la discriminazione che ha colpito i medici del territorio cui, nel pieno della pandemia Covid 19, non sono stati forniti  camici e mascherine. I medici di medicina generale sono stati costretti a operare “a mani nude”, mettendo in pericolo la propria vita. L’ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, sin dal 23 febbraio ha chiesto alla Regione Lombardia semplici interventi per affrontare la situazione. Ricordiamo che nel pieno della pandemia, la prima fornitura da parte di Ats è stata di 10 mascherine chirurgiche».  

«A tutti medici che lavorano in prima linea contro il Covid 19», conclude Zocchi, «va garantita la tutela della loro salute e di quella dei loro pazienti».

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