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Veronesi (Riformisti): "Da Milano una sfida essenziale per tutto il Paese"
Alberto Veronesi

Veronesi (Riformisti): "Da Milano una sfida essenziale per tutto il Paese"

Ha aderito alla proposta dei Riformisti per Milano, nella cui lista sarà uno dei candidati di punta, perchè "è un progetto sperimentale a Milano, ma essenziale anche per tutto il Paese". Il Maestro Alberto Veronesi, figlio dell'oncologo Umberto, pianista e direttore d'orchestra di fama internazionale, è partito ancora studente dal Conservatorio Verdi per calcare i più prestigiosi palchi del mondo contribuendo in particolare in modo decisivo a quella che è stata definita la "Puccini Renaissance" degli ultimi venti anni. Ora riallaccia i fili di un impegno politico per Milano che già lo aveva visto candidarsi cinque anni fa nella lista Sala e che lo scorso marzo lo aveva portato ad elaborare il progetto civico denominato "Lavoriamo per Milano con Sala". Quindi, la convergenza con la proposta riformista. Con uno sguardo speciale rivolto alla cultura. Ed orizzonti ampi: "La scommessa del futuro italiano si gioca sulle idee e finanziando chi studia, non il cittadino passivo".

Come nasce il suo coinvolgimento nel progetto dei Riformisti per Milano?
I Riformisti sono il partito delle riforme, quelle che in Italia Pd, Lega, Forza Italia e Cinque Stelle non sono riusciti a realizzare nonostante anni di Governo. C'era la necessità di andare al di là delle singole sigle per mettere insieme risorse e persone e partire dall'esempio di Milano per colmare quel gap che ci divide dall'Europa

Quali, in particolare, le lacune che devono essere colmate?
I fronti sono molti: parliamo di giustizia, innovazione, pubblica amministrazione. C'è il tema dei livelli salariali ed anche quello dei laureati, che costituiscono il 20% della popolazione in Italia contro il 32% in Europa. E poi c'è la questione della parità di genere, la madre di tutte le battaglie

E non a caso i Riformisti per Milano candidano tre donne come capolista
In Italia siamo al 40% di rappresentanza femminile in politica: una proporzione da ribaltare, come già avviene in Europa. Questi sono i cambiamenti che gli altri partiti hanno dimostrato di non sapere fare. E per questo serve una grande lista di carattere nazionale, con al centro le riforme

A maggio ha pubblicato "Lucean le stelle", manifesto per i lavoratori dello spettacolo contenente un decalogo per una profonda riforma della cultura in Italia. Come potrebbe essere declinato in chiave milanese?
Ho avuto l'onore di poter presentare personalmente il mio manifesto al premier Mario Draghi durante una visita a Palazzo Chigi. A Milano, estendendo il ragionamento oltre il settore della cultura, ci sono alcuni punti fondamentali, guidati dal filo conduttore della necessità di supplire alle mancanze di Stato e Regione

Qualche esempio?
Un progetto prevede la realizzazione in città di "One stop shop", ovvero sportelli unici per l'impiego e l'orientamento dove i giovani non siano accolti da burocrati ma siano indirizzati in un reale percorso di studio e formazione, sostenuto da fondi europei, in dialogo anche con le aziende poi responsabili delle future assunzioni

Qualche altra suggestione?
A Milano giro costantemente per i quartieri e le lamentele dei cittadini sono spesso relative a questioni burocratiche, come le lunghe code in uffici postali spesso sottodimensionati. Ed ancora, zone dormitorio delle quali possono essere migliorati decoro e sicurezza, lavorando senza lassismi e pensando di mettere in campo associazioni di ex poliziotti municipali - e non improvvisati vigilantes - per presidiare il territorio, assieme ad un sistema di telecamere a circuito chiuso

Uno sguardo dunque rivolto anche alla dimensione di quartiere
Esatto, da declinare non solo sul fronte della sicurezza. Per quanto riguarda la cultura, la via da seguire è quella ad esempio di iniziative come "La Scala in città", in corso in questi giorni con concerti in 14 luoghi diversi di Milano. Questa politica avviata dall'Amministrazione Sala deve essere ulteriormente rafforzata. Istituendo ad esempio la figura di un responsabile di quartiere

Le risorse ci sono?
Il tema è legato a quello dell'autonomia, sul quale Milano deve farsi valere sempre di più pretendendo con le buone o le cattive più fondi da Roma. Non è tollerabile che, alla sola voce 'Cultura', nel Pnrr siano previsti sulla sola Capitale un miliardo e 600 milioni di risorse. La richiesta a gran voce di più strumenti e risorse deve essere una priorità della prossima Amministrazione

Che campagna elettorale sarà da qui a ottobre?
L'Amministrazione uscente ed i Riformisti sono gli unici a offrire proposte concrete, laddove dall'opposizione ci sono solo retorica e parole vuote. Critiche mai accompagnate da proposte operative, come si è visto anche nelle più recenti polemiche

Continua nel frattempo anche il suo impegno politico per quella che è divenuta la sua seconda casa: Lucca. C'è l'idea di dare una prospettiva sovralocale alle istanze di cui si fa portatore?
C'è l'idea di un movimento nazionale con al centro la cultura. La grande rivoluzione oggi è sostenere chi si impegna nello studio, chiudendo definitivamente la stagione delle politiche a favore di una cittadinanza passiva. Questa idea, che non ha ancora avuto sino ad oggi una vera e propria rappresentanza, attiene indubbiamente all'area riformista. Ritengo che oggi il confronto per l'egemonia politica ed economica si giochi sul terreno delle idee e non più dei capannoni industriali. Da qui passa la scommessa per il futuro dell'Italia

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