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Milano
Villa Reale e Parco di Monza, quando la cultura "paga". L'intervista

 

L’Italia possiede il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale con oltre 3.400 musei, circa 2.100 parchi archeologici e 43 siti Unesco. Eppure, con la sua immensa ricchezza ha un ritorno commerciale 16 volte inferiore a quello americano e da 4 a 7 volte inferiore a quello francese e del Regno Unito. Ne parliamo con Piero Addis dal 2017 Direttore del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, una vita intrisa di passione per la cultura e per l’arte e una collezione di prestigiosi premi e riconoscimenti conseguiti in ogni parte del mondo.

Direttore quali sono le caratteristiche  di questo luogo straordinario?
“Una delle Ville Reali più belle d’Europa, con un parco recintato più grande di quello di Versailles. Costruita nel 1777 durante la dominazione austriaca su commissione dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria per il figlio Ferdinando d’Asburgo. 

Successivamente divenne Palazzo Reale con Napoleone e residenza estiva dei Savoia fino all’assassinio di Umberto I che avvenne durante il soggiorno del re a Monza nel 1900. Da quel momento i Savoia non utilizzarono più la reggia e nel 1934 la donarono ai Comuni di Monza e di Milano.

L’incarico della costruzione fu affidato al Piermarini e la Villa fu realizzata in soli tre anni, un lasso di tempo brevissimo per quegli anni.

L’edificio, caratterizzato da una straordinaria eleganza neoclassica, è aperto al pubblico ed è composto da circa 740 ambienti fra cui le 25 stanze degli appartamenti privati reali. Le decorazioni degli ambienti interni vennero affidate ai più famosi artisti dell’Accademia di Brera.

Anche la progettazione dei magnifici giardini con il famoso “cannocchiale prospettico” che guarda verso Vienna, capitale del regno asburgico, fu affidata al Piermarini.

I giardini rappresentano un complesso di valore paesaggistico inestimabile. Il roseto presenta esemplari unici al mondo e ospita il Concorso Internazionale della Rosa in cui viene premiato l’esemplare più profumato. Merita un’attenzione particolare anche il magnifico Serrone progettato e costruito dal Piermarini e lungo 100 metri. Il corpo di fabbrica era definito “Orangerie” e conteneva una collezione straordinaria di piante esotiche e rare. Futuristi i giochi d’acqua predisposti all’interno e all’esterno dell’edificio. Nell’ala laterale sinistra della Villa troviamo il teatro di corte detto “Teatrino” progettato dall’architetto Luigi Canonica.

Va ricordato che all’interno del Parco di Monza, che con i suoi oltre 700 ettari recintati è il più grande d’Europa, vi sono diverse realtà fra cui il primo Golf realizzato in Italia e l’Autodromo di Monza che è il più antico del mondo dopo Indianapolis. Inoltre moltissime ville di delizia sono inserite in questo contesto fra cui la villa Mirabello del Cardinale Durini dove venivano ospitati letterati e pittori come il Parini e il Metastasio.”

In questi giorni Villa Reale ospita la mostra di Andy Warhol, quante mostre sono state organizzate da quando lei è direttore?

“Guardi la Villa Reale nasce con questa forte connotazione artistica e culturale, un vero e proprio parco letterario soprattutto durante il soggiorno dell’amata regina Margherita amica del Carducci. E’ sufficiente entrare nella Cappella di corte per comprendere attraverso le opere presenti, quanti artisti lavorassero in questo territorio. 

Io sto assecondando una vocazione presente da sempre in questo luogo e sono arrivato qui con una sola missione; valorizzare un monumento nazionale. Valorizzare vuol dire far conoscere. In due anni abbiamo organizzato almeno 30 mostre di  alto livello. Le mostre sono allestite nella Cappella di Corte, all’interno degli Appartamenti Reali e nell’Orangerie che da serra di piante è diventata oggi un vero e proprio vivaio di arte dove straordinari giovani ed affermati artisti possono esporre le loro opere. Valorizzare vuol dire far conoscere il nostro straordinario parco che è visitato da circa 5 milioni di persone all’anno. "Carmina non dant panem” affermavano i latini ma io non penso che su questa questione avessero ragione. 

Cosa si potrebbe fare per valorizzare al meglio il patrimonio artistico italiano?

“La cultura non paga? Falso. Può essere una fonte di arricchimento sotto molteplici punti di vista. Dobbiamo renderci conto tutti, a cominciare dalle istituzioni, che per gestire il nostro patrimonio non dobbiamo pensare al “qui ed ora” ma all’eternità. Dobbiamo lavorare per lasciare tutto questo ai posteri. Il patrimonio artistico italiano va recuperato, preservato, valorizzato e pubblicizzato attraverso qualsiasi mezzo. E’ necessario realizzare circuiti turistici corredati da itinerari culturali sapientemente studiati. Va messa in campo tutta l’innovazione e la creatività italiana per aiutare i turisti a conoscere i luoghi della cultura e dell’arte italiana. Vanno sostenute e studiate nuove forme di partenariato pubblico-privato. Quanto a me, farò in modo che questa villa possa vivere 360 giorni l’anno e che il mondo possa conoscere le meraviglie di una delle Regge più belle d’Europa”.

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