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Vuoi lavorare con Percassi? Ora il colloquio te lo fa un computer

Vuoi lavorare con Percassi? Ora il colloquio te lo fa un computer

Distanziamento sul lavoro? Sì grazie. Meglio ancora se il distanziamento parte ancora prima di iniziare a lavorare. Così nella Milano della moda che prova a ripartire, nel settembre più difficile della sua storia recente, per gli aspiranti commessi che cercano lavoro nelle vie dello shopping meneghine arriva una sorpresa. Vuoi lavorare da Victoria's Secret nel “nuovo e magnifico negozio che apriremo a Milano”? Bene, i colloqui di lavoro e le domande ora te li fa un computer. Firmato: il team HR di Percassi Managment Srl.

L'idea è proprio del colosso bergamasco da 9mila dipendenti del settore retail (più il ramo immobiliare e Real Estate e l'Atalanta) che fra brand in gestione diretta, franchising e partnership è uno dei principali attori del settore con marchi come Victoria's Secret, Gucci, Nike, LEGO, Starbucks, Kiko Milano, D-Mail, Chef Express, Wagamama e altri. Dal sito del gruppo Percassi in Lombardia risultano aperte una ventina di posizioni per ricerca personale nei segmenti retail o food&beverage con ruoli quali “Customer Experience Manager”, “Brand Delivery Manager” oltre ai più classici “Sales Assistant” o “Barista”. Ma per i candidati – spesso lavoratori del settore da anni che con il Covid hanno visto chiudere l'attività o i mancati rinnovi dei contratti a termine e con la disoccupazione in città già salita di quasi due punti al 7,2 per cento nonostante il blocco dei licenziamenti – ecco la sorpresa: “Hai superato la prima fase del processo di selezione per diventare un Sales Associate nel nuovo e magnifico negozio Victoria's Secret che apriremo a Milano” si legge nelle risposte a chi ha inviato il proprio cv. “Di seguito puoi trovare 5 domande a cui rispondere con un video di un minuto ciascuna” e “se il tuo video corrisponde a quello che stiamo cercando, riceverai un invito a partecipare a un colloquio di gruppo online”. E poi ben visibile il pulsante: “Accesso al Questionario”.

È una modalità per scremare le domande (troppo numerose?), per risparmiare sui costi di risorse umane e selezionatori e per appliccare i vantaggi delle tecnologie digitali al settore della ricerca personale. Proprio come sta avvenendo – in alcuni casi è già avvenuto – con gli assistenti virtuali in chat e intelligenze artificiali che vanno a sostituire call center e customer service sia nel settore privato (esempi come Amazon o Enjoy sono esplicativi) ma ormai anche nel pubblico (si pensi all'Inps dove in questi mesi è stato per molti impossibile riuscire a parlare con un operatore). Il riscontro però, fra lavoratori e disocuppati milanesi a caccia di un nuovo impiego, non è sempre dei migliori. “Almeno guardami in faccia”; “mi sento un cretino a parlare da solo con una videocamera”; questo raccontano alcuni di loro che hanno segnalato ad Affaritaliani.it Milano la vicenda. Per altri invece non c'è alcun problema. Perché soprattutto in questa fase complicata “proverei di tutto” anche se “la risposta da dare in un minuto, o anche meno, mi imbarazza e non capisco cosa si possa scoprire su una persona da una risposta così breve registrata”.

Francesco Floris/Fabio Massa

frafloris89@gmail.com/fabio.massa@affaritaliani.it

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